20 de julio de 2016
Erdoğan sceglie la linea dura. Per Bruxelles la decisione allontanerebbe la Turchia dall’Europa
Il Governo non esclude il ricorso alla pena di
morte per i golpisti
Erdoğan sceglie la linea dura
Per Bruxelles la decisione allontanerebbe la Turchia dall’Europa
Giovani
turchi durante una manifestazione pro Erdoğan (Ap) capo
dello Stato
ANKARA
, 19. La Turchia deve fermare la resa dei conti su golpisti e oppositori, tornare
sulla strada del rispetto delle regole democratiche, dello stato di diritto e
della separazione dei poteri e dei diritti umani. E soprattutto, deve
rinunciare all’idea di ripristinare la pena di morte, se non vuole dire addio
alle sue aspirazione di entrare nell’Unione europea. Questo il duro monito ad
Ankara, a pochi giorni dal golpe fallito, arrivato ieri da Bruxelles al termine
dei lavori del Consiglio dei ministri degli Esteri dei Ventisette, che ha visto
per la prima volta la partecipazione di un segretario di Stato americano. E ciò
mentre continuano a suscitare indignazione le foto circolate su diversi media
internazionali che ritraggono centinaia di militari golpisti denudati, con mani
e piedi legati, in ambienti chiusi. Il timore è che la voglia di vendetta possa
prevalere sulla giustizia.
Europa
e Stati Uniti sono dunque uniti sulla stessa linea: «Non ci sono scuse, occorre
portare la Turchia su un percorso diverso» dicono oggi fonti da Bruxelles. Il
segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, dopo una
telefonata con il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, ha ribadito
«essenziale che Ankara, come tutti gli alleati, assicuri il pieno rispetto
della democrazia », etichettando la Turchia come «alleato di valore, cui la
Nato dà solidarietà in questi tempi difficili».
A
preoccupare maggiormente l’Europa non sono solo i numerosi arresti delle ultime
ore (oltre 7500 persone, tra cui 6000 militari e molti magistrati), ma anche la
possibilità sempre più concreta che la Turchia ripristini la pena capitale,
abolita nel 2004. Erdoğan, a riguardo, è stato chiaro, affermando subito dopo
il fallito golpe che il Parlamento potrebbe discutere la reintroduzione della pena
di morte per chi commette atti di tradimento nei confronti dello Stato.
Altrettanta chiara la risposta di Bruxelles. «Nessun Paese può diventare membro
dell’Ue se introduce la pena di morte» ha scandito l’Alto rappresentante per
gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini. Concetto
identico a quello espresso dal portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel:
«Siamo categoricamente contro la pena di morte. Un Paese che la pratica non può
essere membro dell’Ue». Lo stesso cancelliere lo ha sottolineato «con urgenza»
al diretto interessato, con una telefonata ad Erdoğan .
Ora
per l'Unione europea e gli Stati Uniti si apre la partita della pressione
diplomatica per fare tornare sui suoi passi la Turchia, dove, però, la violenza
non si ferma. Cemil Candas, vice sindaco
di un comune di Istanbul è stato assassinato ieri a colpi di arma da fuoco nel
suo ufficio nel distretto di Şişli, sul versante europeo del Bosforo. Non è chiaro,
al momento, se l’aggressionesia in qualche modo collegata alle drammatiche
vicende degli ultimi giorni. Candas era un esponente della principale forza di
opposizione in Turchia, il Partito del popolo repubblicano, che, però, aveva
manifestato solidarietà al Governo condannando il fallito golpe.
Il primo ministro turco, Binali Yildirim, ha frattanto
reso noto che è stata inviata una richiesta ufficiale agli Stati Uniti di
estradizione di Fethullah Gülen, l’ex imam che vice da anni in Pennsylvania e
indicato dal Governo di Ankara come ideatore del fallito golpe della scorsa
settimana. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale Anadolu. Intervenendo in
Parlamento, Yildirim ha detto di avere inviato quattro dossier a Washington per
l’estradizione di Gülan. «Presenteremo più prove di quelle che gli Stati Uniti
vogliono», ha aggiunto.
Domani, intanto, il Consiglio per sicurezza nazionale
della Turchia si riunirà per fare il punto della situazione. Lo
ha confermato il presidente a un gruppo di sostenitori riuniti davanti alla sua
residenza di Istanbul. Dopo la riunione, ci sarà un Consiglio dei ministri che
— ha precisato Erdoğan — «annuncerà una decisione importante». «Non vi dirò ora
di cosa si tratta», ha aggiunto il
.
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