28 de febrero de 2017

Is the Temple Menorah Hidden in the Vatican? Ancient Legend Says ‘Yes’

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Is the Temple Menorah Hidden in the Vatican? Ancient Legend Says ‘Yes’

“And he said unto me: ‘What seest thou?’ And I said: ‘I have seen and behold a candlestick all of gold with a bowl upon the top of it and its seven lamps thereon.’” Zechariah 4:2 (The Israel Bible™)
An ancient legend which holds that the Temple menorah is hidden away in the depths of the Vatican is coming to light again with the announcement of an upcoming exhibit jointly hosted by the Papal seat and Rome’s ancient Jewish community. Intended to showcase the growing Jewish-Vatican relationship, the theme of the exhibit actually brings this sore subject to the forefront, raising suspicions that despite a long tradition of Vatican protests, the rumors persist for good reason.
Arnold Nesselrath, a Vatican Museums official, announced the theme of the upcoming exhibit on Monday, noting that the connection between the Vatican and the menorah is graphically illustrated in an image frescoed on a wall of the Vatican’s Borgia Apartment. The apartment was built for Pope Alessandro VI, whose papacy began in 1492, the same year Spanish Jews were given the choice of forced conversion to Catholicism or expulsion.
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Model of the Temple menorah
Organizers said in the statement that the exhibit “recounts the multi-millennia, incredible and suffered history of the menorah.” The story of the menorah’s suffering began in 70 CE, when the Temple was destroyed and the menorah, standing over 5 feet tall and made from over 130 pounds of solid gold, was taken into exile in Rome by the Emperor Titus.
This event is illustrated in the famous Arch of Titus Menorah Relief, which depicts Roman soldiers carrying the menorah away after the destruction of the temple. Jewish sources also contain many first-hand accounts reporting the Menorah being seen in Rome soon after the destruction of the Temple.
Josephus Flaviusa first-century Roman-Jewish scholar of priestly descent, reported that the Temple artifacts were indeed taken to Rome and placed in Vespasian’s Temple of Peace, completed in 75 CE.
The historic trail of the menorah seems to have been lost during the 5th century. Historians  conjecture that the artifact was taken by the Vandals who sacked Rome in 455, after which it was melted down and the gold dispersed. But there are no historical accounts from this time relating the event.
Since that time, there have been several unverified sightings of the Menorah in the Vatican, but most are second-hand or anecdotal claims that point fingers without providing actual proof.  In the second half of the 12th century a Spanish Jew known as Benjamin of Tudela made a tour of the known world, traveling as far east as Mesopotamia. He claims in his journal that the Jews of Rome knew that the Temple vessels were hidden in a cave in the Vatican.
These rumors continue until today. The Vatican receives hundreds of letters every year from Jews and non-Jews requesting the vessels be returned to the Jewish People. Though the Vatican responds there is no proof of the Temple vessels being in their possession, requests for their return continue. In a meeting with Pope John Paul II in 1996, Shimon Shitrit, then the Israeli Minister of Religious Affairs requested the Vatican’s aid in searching for the Temple vessels as “a goodwill gesture”. Haaretz reported that “a tense silence hovered over the room after Sheetreet’s request was heard.”
Following Shitrit’s bold appeal, Israel’s Chief Rabbis Yona Metzger and Shlomo Amar made a similar request upon their first visit to the Vatican. This was repeated when then-President Moshe Katsav visited the Vatican. In 2004, the Israel Antiquities Authority (IAA) sent a team to Rome to search the Vatican storerooms for signs of archaeological artifacts. They reported finding nothing unexpected.
And still, the rumors persist. In 2013, just before the newly-elected Pope Francis came to Israel for his first official visit, Rabbi Yonatan Shtencel, a resident of Jerusalem, made a sensation in the media when he wrote a letter to the Vatican requesting that the Pope take the opportunity to return the golden menorah stolen from the Temple. Shtencel turned to the new Pope as a leader with a “willingness to listen to other nations”.
“It is time for the holy vessels, stolen at the time of these difficult historical events and taken to Rome as spoils of war and remaining to this day in the hands of the Vatican authorities and under your control, to change status,” Rabbi Shtencel wrote. He stated that by doing so, the many years the Vatican had possessed the vessels would change from theft to a “trusteeship” for the Jewish People.
Archbishop Guiseppe Lazzaratto  responded, saying the Vatican had given the matter “serious attention”. Though he did not admit the Temple vessels were in the Vatican, neither did he deny it. He reaffirmed the growing affinity between the Church and the Jews, noting that withholding the vessels would go against that trend.
“If you can provide me with any evidence that the sacred vessels are indeed kept in the archives or somewhere else in the Vatican, I will be very pleased to forward your request to the Prefect of the same archives and to Pope Francis himself,” he replied.

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Streghe e occultisti contro Trump – di Matteo Di Benedetto

di Matteo Di Benedetto









Le streghe, i satanisti e gli occultisti di tutto il mondo danno il via all’iniziativa per maledire Trump e tutti coloro che lo supportano. E’ accaduto la prima volta ieri notte a mezzanotte in molte parti del mondo, e di nuovo dovrà accadere ogni mese, nelle notti di Luna calante, fino a che Donald Trump non sia più in carica. Le prossime date in cui verrà lanciato l’incantesimo collettivo saranno: il 26 Marzo, il 24 Aprile, il 23 Maggio e il 21 Giugno. Si rende, così, lampante da chi provenga tutto l’odio scatenato contro questa presidenza che, per la prima volta da 44 anni, in tutto il mondo, ha permesso ad un’alta autorità governativa di partecipare ad una marcia per la vita, che ha tolto i fondi statali a Planned Parenthood, il più grande ente abortista mondiale, che ha scongiurato un’imminente terza guerra mondiale con la Russia, e che promette al mondo intero di guidare un’inversione dalla marcia di morte verso il disvalore intrapresa dall’Occidente, per riportarlo alla sua radice Cristiana.
L’odio viene dal principe dell’inferno e di questo mondo.
Il rito, che richiede un mozzicone di candela, uno spillo, sale, fiammiferi, una carta dei tarocchi, una piuma e altre cianfrusaglie, servirà ad evocare gli spiriti per garantire il fallimento di Trump. La cerimonia richiede tra le altre cose di bruciare una foto del Presidente, mentre lo si visualizza mentalmente “disintegrarsi in polvere o cenere”. Tra i vari spiriti invocati sono i “demoni dei regni infernali”.
Nel numero di coloro che hanno aderito alla proposta compare anche Lana Del Rey, artista pop famosa tra i giovani, promossa dal mondo mediatico legato a MTv. “Allo scoccare della mezzanotte”, scrive nel suo post di Twitter, “il 24 Febbraio, il 26 Marzo, il 24 Aprile, il 23 Maggio. Gli ingredienti si possono trovare online”.
Donald Trump non è un uomo perfetto né un presidente perfetto, tuttavia si può dire senza dubbio alcuno che le promesse della sua campagna, le idee che lo muovono, i suoi primi atti di governo siano conformi alla dottrina sociale della Chiesa e che siano dei passi da gigante per il ritorno delle culture a Dio. Nella storia dei popoli, Dio ha usato anche uomini ambiziosi, come l’imperatore Costantino, per adempiere i suoi piani di salvezza. Il demonio e i suoi servi hanno dichiarato guerra a quest’uomo per via di ciò che ha intenzione di compiere. E’ tempo per i Cristiani di tutto il mondo di destarsi dal sonno e di rendersi conto che ci troviamo da sempre, ma specialmente oggi, in una guerra spirituale in cui si giocano le anime e i destini dell’Occidente e del mondo intero. E la guerra è già stata vinta quel giorno sul Golgota, perché abbiamo un Re glorioso che ha vinto per noi. A noi spetta scegliere da che parte stare: disprezzare la mondanità e le sue luci per amare Dio, o odiare la Luce di Dio per amare il mondo e i suoi piaceri.
Invitiamo tutti i Cattolici a ricordare nel Rosario il Presidente Donald Trump, e a pregare per lui, la sua famiglia e la sua presidenza, specialmente nelle date indicate del rituale. Chiedete l’intercessione delle due creature che il demonio odia di più: la Beata e Sempre Vergine Maria Santissima e S. Michele Arcangelo (preghiera a S. Michele Arcangelo).
Preghiamo perché la forza della fede è infinitamente più potente dell’inferno intero: umilieremo i loro maghi come fece il profeta Elia con i sacerdoti di Gezabele e come fece Mosé con gli stregoni del faraone. A loro le forze infernali, a noi le milizie del Cielo e Dio Onnipotente.
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Todo un símbolo

Todo un símbolo

El patinazo de ayer de Warren Beatty se convierte en una especie de símbolo de nuestro tiempo, de este tiempo de posverdad en el cual los errores y las mentiras están dando la mano para tumbar todas las antiguas certezas

Caro Papa Francesco si sbaglia il terrorismo islamico esiste


il Giornale, ultime notizie

Caro Papa Francesco si sbaglia il terrorismo islamico esiste

Non è la prima volta che scende in campo per assolvere l'islam dalla responsabilità del terrorismo. La realtà è un'altra

Non è la prima volta che Papa Francesco scende in campo per assolvere l'islam dalla responsabilità del terrorismo di chi sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere urlando «Allah è il più grande».







L'ha fatto all'indomani della strage dei vignettisti di Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015 a Parigi, arrivando a giustificare l'atrocità dell'Isis per avere rappresentato in modo irriverente Maometto. L'ha fatto all'indomani del barbaro sgozzamento il 26 luglio 2016 in una chiesa a Saint-Étienne-du-Rouvray, in Normandia, dell'anziano sacerdote cattolico Jacques Hamel da parte di due giovani terroristi islamici francesi. Cinque giorni dopo, domenica 31 luglio, quasi fosse la Chiesa a doversi discolpare e quasi fosse la cristianità a dovere tendere la mano all'islam, fu consentito agli imam di entrare nelle chiese in Italia e in Francia, di salire sugli altari affiancati dal sacerdote e di recitare i versetti del Corano in arabo. Fu la prima volta in assoluto che accadde in 1.400 anni di storia dell'islam. La Chiesa per 1.400 anni ha sempre condannato l'islam, ha sempre condannato il Corano, ha sempre condannato Maometto. Non c'era mai stata una così formale e plateale legittimazione dell'islam come religione.
L'affermazione di Papa Francesco fatta ieri all'università Roma Tre, «non esiste il terrorismo cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo islamico», è un passo ulteriore nell'accreditare il relativismo religioso. Mettere sullo stesso piano ebraismo, cristianesimo e islam, assolvendoli indistintamente e acriticamente perché sarebbero le «tre grandi religioni monoteiste, rivelate, abramitiche», sostenendo che tutte e tre adorerebbero lo stesso Dio «clemente e misericordioso», ci impone la conclusione che l'islam è una religione legittima a prescindere dai suoi contenuti e dai comportamenti violenti dei suoi adepti.
Papa Francesco sbaglia nel sovrapporre in modo automatico la dimensione della persona con la dimensione della religione. Il cristianesimo si fonda sull'amore del prossimo, il cristiano è tenuto ad amare cristianamente il musulmano a prescindere dalla sua fede, ma non a legittimare la sua religione anche se i suoi contenuti sono del tutto incompatibili con la fede cristiana, perché l'islam condanna l'ebraismo e il cristianesimo di miscredenza e legittima l'uccisione dei miscredenti.
Sarebbe sufficiente che Papa Francesco ascoltasse più attentamente i sacerdoti e i vescovi cristiani e cattolici d'Oriente, che conoscono bene l'arabo e il Corano, che hanno subito la discriminazione e patito la persecuzione islamica per il semplice fatto di essere cristiani.
Papa Francesco sbaglia facendo propria la tesi che ha prevalso in seno ai vertici della Chiesa, secondo cui il nemico da combattere è la secolarizzazione della società e la diffusione dell'ateismo, specie tra i giovani. In questo contesto si è giunti alla conclusione che l'islam sarebbe un alleato perché mantiene comunque in piedi l'idea di Dio. Si tratta di un tragico errore perché non è lo stesso Dio. Non c'è nulla che accomuna il Dio Padre della cristianità con l'Allah islamico che nei versetti 12-17 della Sura 8 del Corano tuona «getterò il terrore nel cuore dei miscredenti. Colpiteli tra capo e collo (...) Non siete certo voi che li avete uccisi, è Allah che li ha uccisi».
Papa Francesco sbaglia promuovendo un immigrazionismo che sta auto-invadendo l'Europa di milioni di giovanotti islamici. Come può immaginare che la rigenerazione della vita e la rivitalizzazione della spiritualità in questa Europa decadente possa realizzarsi con la sostituzione della nostra popolazione con una umanità meticcia e con l'avvento dell'islam? Il continuo riferimento storico sulle contaminazioni etniche che hanno connotato la storia dell'Europa è sbagliato, sia perché si è trattato di popolazioni cristiane o che hanno aderito al cristianesimo, sia soprattutto perché l'Europa e la Chiesa hanno potuto salvaguardare la propria identità e la propria civiltà solo perché hanno combattuto e sconfitto gli eserciti invasori islamici a Poiters (732), con la Reconquista (1492), a Lepanto (1571), a Vienna (1683).
Papa Francesco si ricordi che tutto il Mediterraneo era cristiano fino al Settimo secolo. E che in meno di 200 anni dopo la morte di Maometto nel 632 le popolazioni cristiane al 98% che popolavano la sponda orientale e meridionale del Mediterraneo furono violentemente sottomesse all'islam. Per averlo evocato nella sua Lectio Magistralis a Ratisbona il 12 settembre 2006 Benedetto XVI fu messo in croce fino a quando fu costretto a rassegnare le dimissioni.
Papa Francesco probabilmente sa già tutto ciò e pertanto non possiamo continuare a dire che sbaglia. Dobbiamo avere l'onestà intellettuale e il coraggio umano di dire che Papa Francesco sta consapevolmente ottemperando a una strategia finalizzata alla legittimazione dell'islam come religione costi quel che costi, anche se culminerà nel suicidio della Chiesa.
magdicristianoallam@gmail.com

27 de febrero de 2017

Papa Francisco: muro cubano, puentes y “añicos”

[Americasalert] Papa Francisco: muro cubano, puentes y “añicos”


Armando F. Valladares, 27 de febrero de 2017


Es sintomática la reciente prohibición del régimen cubano para entrar en Cuba al secretario general de la OEA, Luis Almagro, al ex presidente de México, Felipe Calderón, y a la ex ministra chilena Mariana Aylwin. Esas personalidades iban a participar en un homenaje al disidente Oswaldo Payá, muerto en 2012 en un sospechoso accidente de carretera, cuyas características llevaron a su familia y a observadores internacionales a calificar el accidente como un asesinato.

El ex presidente Calderón, después de diagnosticar como "despótica" e "indignante" la prohibición castrista, afirmó que en su opinión esa medida "hace añicos" su expectativa y la de otras personalidades internacionales de "que las cosas cambiarían" en Cuba comunista si se contemporizaba con el régimen cubano.

20 ex mandatarios iberoamericanos, la cancillería y varias personalidades condenaron la prohibición de entrar a Cuba de Almagro, Calderón y Aylwin. En sentido contrario, la diplomacia vaticana mantuvo, que nos conste, un hermético y sintomático silencio.

Por ocasión de su viaje a Cuba, en septiembre de 2015, el papa Francisco dijo que los “muros” tenían que caer y que, en sentido contrario, debían tenderse “puentes”. Tal como trascendió, fue el propio Francisco quien se encargó de orientar a la diplomacia vaticana para tender un “puente” entre el régimen cubano y el gobierno Obama, hasta tal punto de que el entonces presidente estadounidense viajó a Cuba en marzo de 2016, pocos meses después de la visita papal.

En su conjunto, el viaje papal y el viaje de Obama, que muchos interpretaron como una ayuda para obtener libertad del pueblo cubano, por el contrario, objetivamente e independientemente de las intenciones de esos altos protagonistas, constituyeron un gigantesco espaldarazo publicitario al régimen de la isla-cárcel. Imitando a Francisco y a Obama, otras cancillerías y organismos internacionales tendieron puentes hacia Cuba. Dos años después, la represión no hace sino aumentar. Los resultados saltan a la vista. Son los “puentes” y no los “muros” castristas los que se están haciendo “añicos”.

El 03 de octubre de 2015, pocos días después del viaje papal a Cuba, en artículo “Francisco abraza a los Lobos y apuntala el muro comunista”, tuve ocasión de alertar con profundo dolor, en cuanto católico, cubano, y ex preso político durante décadas que, en realidad, los “puentes” en construcción bajo el auspicio de Francisco estaban sirviendo no para la libertad del pueblo cubano, sino para ayudar política, financiera y diplomáticamente al régimen comunista de La Habana. Y me vi obligado a constatar que, lamentablemente, Francisco está siendo el principal artífice de la construcción del nefasto “puente” obamista y del refuerzo del “muro” de la vergüenza que continúa asfixiando a los habitantes de la isla-cárcel. 
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Armando Valladares, escritor, pintor y poeta, pasó 22 años en las cárceles políticas de Cuba. Es autor del best-seller "Contra toda esperanza", donde narra el horror de las prisiones castristas. Fue embajador de los Estados Unidos ante la Comisión de Derechos Humanos de la ONU bajo las administraciones Reagan y Bush. Recibió la Medalla Presidencial del Ciudadano y el Superior Award del Departamento de Estado. En 2016 fue condecorado con la Medalla de Canterbury, premio a la lucha por la libertad religiosa en el mundo entero, auspiciado por el Fondo Becket por la Libertad Religiosa. Ha escrito numerosos artículos sobre la colaboración eclesiástica con el comunismo cubano y sobre la "ostpolitik" vaticana hacia Cuba, varios de los cuales pueden leerse en el sitio web http://www.cubdest.org ). 
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Referencias:
Francisco abraza a los Lobos y apuntala el “muro” comunista (Armando F. Valladares)
http://www.cubdest.org/1506/c1510pastorlobosav.htm 
Papa Francisco: “división”, caos y autodemolición (Destaque Internacional)
http://www.cubdest.org/1606/c1612francaos.htm 
Cuba: Francisco, un papa que lavó sus manos
http://www.cubdest.org/1506/c1509franmanos.htm