13 de septiembre de 2016

Il 14 settembre 1936. Pio XI parlò a tutta la Spagna. Censurato dagli uni e dagli altri

Il 14 settembre 1936 Pio XI parlò a tutta la Spagna
Censurato
dagli uni e dagli altri
 Papa Pio XI mentre registra un radiomessaggio (1932

pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO mercoledì 14 settembre 2016

di VICENTE CÁRCEL ORTÍ
Il 14 settembre 1936 Pio XI ricevette in udienza a Castel Gandolfo cinquecento profughi spagnoli e rivolse loro un lungo discorso in cui parlò dell’eroismo dei «nostri martiri» in termini molto chiari: «persone sacre e sacre cose ed istituzioni; tesori inestimabili ed insurrogabili di fede e di pietà cristiana che di civiltà e d’arte: cimeli preziosissimi, reliquie santissime; dignità, santità, benefica attività di vite interamente consacrate alla pietà, alla scienza ed alla carità; altissimi sacri gerarchi, vescovi e sacerdoti, vergini sacre, laici d’ogni classe e condizione, venerande canizie, primi fiori di vita e lì stesso sacro e solenne silenzio delle tombe, tutto venne assalito manomesso, distrutto nei più villani e barbari modi, nello sfrenamento tumultuario, non più visto, di forze selvagge e crudeli tanto da crederle impossibili, non diciamo con la umana dignità, ma con la stessa umana natura, anche la più miserabile e la più in basso caduta».

In termini accorati il Papa condannò anche la strage tra fratelli: «La guerra civile, la guerra fra i figli dello stesso paese, dello stesso popolo, della stessa patria. Dio mio! La guerra è sempre — sempre anche nelle meno tristi ipotesi — così tremenda e inumana cosa: l’uomo che cerca l’uomo per ucciderlo, per ucciderne il maggior numero, per danneggiare lui e le cose sue con mezzi sempre più potenti e micidiali. Che dire quando la guerra è tra fratelli? Fu ben detto che il sangue di un somano del suo fratello è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra [Alessandro Manzoni, Osservazioni sulla morale cattolica, capitolo VII]; che dire in presenza delle stragi fraterne che ancora continuamente si annunciano?».

E più avanti Pio XI parlò degli «insegnamenti » della guerra all’Europa e al mondo intero «ormai tutto quanto percorso, irretito e sconvolto dalla propaganda sovversiva, e particolarmente all’Europa, già così profondamente sconvolta e così fortemente scossa, i tristi fatti di Spagna dicono e predicono ancora una volta fino a quali estremi sono minacciate le basi stesse di ogni ordine, di ogni civiltà e di ogni cultura».

Alla fine il Pontefice si riferì agli «altri» con queste parole: «che dire di tutti questi altri, che sono pure e rimangono sempre figli nostri, sebbene nelle cose e nelle persone e a noi più care e più sacre, con atti e metodi estremamente odiosi e crudelmente persecutori, ed anche nella nostra stessa persona, quanto la distanza consentiva, con espressioni e atteggiamenti sommamente offensivi ci hanno trattato non come figli di un padre, ma come nemici un nemico particolarmente detestato? Noi — continuò Pio XI — «non abbiamo mai potuto né possiamo dubitare un istante su quello che ci resta a fare: amarli, amarli d’un amore particolarmente fatto di compassione e di misericordia, amarli, e null’altro potendo fare pregare per essi; pregare perché ritorni alle loro menti la serena visione della verità e si riaprano i loro cuori al desiderio e alla fraterna ricerca del vero bene comune; pregare perché tornino al Padre che desiderosamente li aspetta, e si farà una lietissima festa del loro ritorno; pregare perché siano con noi, quando tra poco — ne abbiamo piena fiducia in Dio benedetto nell’auspicio glorioso dell’odierna Esaltazione della Santa Croce: per crucem ad lucem – l’arcobaleno della pace si lancerà nel bel cielo di Spagna, portandone il lieto annuncio a tutto il vostro grande e magnifico paese».

I giornali repubblicani di Madrid commentarono la notizia diffusa dalle agenzie di stampa che diceva sobriamente che «il discorso del Papa non ha rivestito alcun carattere politico. Si tratta di un appello cristiano a favore della pace, rivolto alla Spagna intera, e nel quale non si menziona alcuna dottrina politica. Il Papa si è limitato a mettere in guardia il suo uditorio contro le forze sovversive, che si possono sviluppare solo nella lotta contro la Chiesa». Quest’ultima frase fu sufficiente perché alcune testate esibissero nei titoli il loro ancestrale anticlericalismo: il sommo Pontefice ha parlato a favore della pace, ma ha dimenticato di condannare i vescovi che benedicono le armi mortifere e nascondono tesori favolosi, e i falsi cristiani che utilizzano soldati maomettani per assassinare spagnoli» («La Libertad»). «Il Papa ha parlato e non ha condannato i crimini dei suoi figli di Spagna, ma li previene contro le “forze sovversive”» («El Socialista »). «Nel discorso del Papa è assente lo spirito cristiano» («La Libertad»).

Quando Pio XI tenne questo discorso non erano ancora passati due mesi dall’inizio della rivoluzione e le vittime ecclesiastiche della persecuzione religiosa erano circa 3400. Negli ultimi giorni di luglio il numero dei preti assassinati salì a 861 e solo nel giorno di san Giacomo apostolo, patrono di Spagna, il 25 luglio, furono martirizzati 95 sacerdoti. In agosto si raggiunse la cifra più alta, con un totale di 2077 assassinii, con una media di 70 al giorno, tra cui 10 vescovi.

In un primo momento il Papa invitò personalmente il cardinale Vidal y Barraquer perché fosse presente all’udienza dei profughi, ma l’arcivescovo di Tarragona manifestò le sue riserve sull’opportunità del gesto a cui si poteva attribuire un significato politico, anche se era d’accordo che si denunciassero «tanti sacrilegi e peccati, tanti assassini e atrocità, tante distruzioni e devastazioni». Non dovette piacere a Pio XI questa risposta del cardinale, perché il giorno successivo ritirò l’invito e il segretario di Stato, Pacelli, gli scrisse una lettera molto delicata, dicendogli da parte del Papa che non era opportuno che lasciasse la certosa di Farneta, presso Lucca, dove si era rifugiato.

Il discorso del Papa nell’originale italiano e in una versione spagnola fu pubblicato nelle prime due pagine dell’Osservatore Romano del 14-15 settembre, ma in Spagna fu censurato tanto dai repubblicani quanto dai nazionali. Perché questo discorso non piacque né agli uni né agli altri? Ai nazionali perché sembrarono loro eccessive le parole di amore, compassione e misericordia verso gli «altri» (i repubblicani). E a costoro per la denuncia che il Papa aveva fatto della crudele persecuzione religiosa che avevano scatenato e delle distruzioni che avevano prodotto in soli due mesi di conflitto.


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