3 de octubre de 2013

Israele pronto a difendersi da solo

Netanyahu ribadisce la posizione sul programma nucleare iraniano
Israele pronto a difendersi da solo

giovedì 3 ottobre 2013                                                 L’OSSERVATORE ROMANO                                                pagina 3


NEW YORK, 2. Parlando ieri all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito ancora una volta che «Israele non consentirà all’Iran di avere armi nucleari », ma — allo stesso tempo — ha lasciato la porta aperta alla prospettiva che i futuri negoziati portino a una svolta decisiva.

Il futuro è minacciato da un Iran con armi nucleari, «che vuole la distruzione di Israele», ha dichiarato il premier, precisando che «contro la minaccia di armi nucleari iraniane lo Stato di Israele non ha altra scelta che difendersi», e se sarà costretto ad agire da solo lo farà, sapendo che in tal modo «difenderà anche molti, molti altri Paesi».

«Ma tutti — ha aggiunto — vogliamo dare alla diplomazia la possibilità di successo», e in questo senso è fondamentale che la comunità internazionale non allenti la pressione su Teheran e continui a mantenere pienamente in piedi il sistema di sanzioni economiche, di cui «chiaramente il presidente iraniano Rohani vuole liberarsi».

Secondo Netanyahu, dopo le parole concilianti del presidente iraniano all’Onu, è ora necessario passare ad azioni trasparenti, che si possono riassumere in quattro punti fondamentali.
I primi passaggi riguardano lo stop ad ogni arricchimento di uranio e la rimozione dal territorio iraniano di ogni scorta di questo elemento chimico. Poi sarà necessario procedere allo smantellamento delle infrastrutture per l’aumento delle capacità nucleari iraniane e bloccare ogni attività nei reattori ad acqua pesante.

Prima di parlare all’O nu, Netanyahu aveva avuto un incontro alla Casa Bianca con Barack Obama, al termine del quale il presidente degli Stati Uniti aveva ribadito che per Washington tutte le opzioni rimangono sul tavolo, compresa quella militare. Parole che hanno provocato una certa irritazione a Teheran, sintetizzata dal ministro degli Esteri, Javad Zarif, secondo il quale «i movimenti a zig zag di Obama minacciano di distruggere la fiducia reciproca che sta appena nascendo ». Tuttavia, con un gesto assolutamente irrituale, un delegato della missione iraniana all’O nu, Khodadad Seifi, ha preso la parola in Assemblea generale dopo l’intervento di Netanyahu per affermare ancora una volta che «le armi nucleari non hanno posto nella concezione di difesa dell’Iran». Si tratta dello stesso concetto espresso una settimana fa da Rohani dallo stesso podio da cui ha parlato ieri Netanyahu, quando il capo dello Stato iraniano aveva esplicitamente aperto a nuovi negoziati per «arrivare a un accordo quadro per superare le nostre differenze». Negoziati che, ha confermato il ministero degli Esteri russo, riprenderanno con la formula del cinque più uno a Ginevra il 15 ottobre prossimo. All’incontro parteciperanno i ministri di Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Francia e Germania, quello iraniano, Mohammad Zarif, e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton.


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