18 de julio de 2014
In Giappone i cattolici contro la modifica della Costituzione che riammette l’uso della forza in contesti internazionali Le armi e la lezione della storia
In Giappone i cattolici contro la modifica
della Costituzione che riammette l’uso della forza in contesti internazionali
Le armi e la lezione
della storia
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO sabato
19 luglio 2014
NOTA DEL BLOG: Si vis pacem para bellum
TOKYO, 18. ≪La revisione dell’articolo 9 compiuta dal
Governo Abe ha diviso la societa e l’opinione pubblica. La memoria della
seconda guerra mondiale va svanendo e con lei cadono antiche convinzioni≫:
padre Marco Villa, vicesuperiore regionale del Pontificio istituto missioni
estere, commenta cosi ad AsiaNews la decisione del Giappone di modificare la
Costituzione, eliminando di fatto il principio pacifistico, che l’aveva finora
contraddistinto, per tornare a dotarsi di un esercito con potenzialita
aggressive. Per Villa, che lavora con gli emarginati e le persone sole in un
quartiere dormitorio a nord di Tokyo, ≪la discussione e molto aperta, anche nella
societa civile e nei discorsi comuni della gente. I pareri sono discordanti, e
persino le principali testate giornalistiche sono divise: alcuni sostengono la
scelta del primo ministro Shinzō Abe, altri la attaccano. La posizione della
Chiesa e della comunita cristiana e invece piu compatta: a favore della difesa dell’articolo
9 e della pace che rappresenta≫.
La decisione presa dall’esecutivo ha scosso l’intera
societa civile, raggiungendo tutti gli strati della popolazione: ≪Il dibattito
e ovunque — spiega il missionario — anche perche l’articolo 9 e arrivato
persino a essere candidato al Premio Nobel per la pace. Va anche considerato che
la Costituzione giapponese e figlia della disfatta nipponica durante la seconda
guerra mondiale, un conflitto concluso quasi settant’anni fa: i sopravvissuti
sono molto pochi e diminuiscono di anno in anno. Quindi la coscienza e la
memoria comune riguardo quei fatti si stanno assottigliando, modificando anche
la percezione dell’attualita ≫. Inoltre, ≪non si puo ignorare che nell’Asia
orientale le tensioni di tipo militare sono molto evidenti e sembrano
peggiorare. La situazione e pesante, e la decisione del Governo di modificare l’interpretazione
dell’articolo 9 e un po’ figlia anche di questa situazione≫. Sulla questione si
e espressa il 3 luglio la Commissione permanente della Conferenza episcopale
giapponese, presieduta dall’arcivescovo di Tokyo, Peter Takeo Okada, attraverso
una lettera nella quale si esprime forte contrarieta per una decisione che, a
detta dell’episcopato giapponese, non poteva essere presa ≪senza interpellare
il popolo≫.
La Chiesa cattolica, scrivono i vescovi, ≪e
convinta che sia falso pensare che la sicurezza nazionale possa essere
garantita dall’uso della forza e dal rafforzamento militare. La pace puo essere
costruita soltanto sul rispetto della dignita di tutti gli esseri viventi≫ e
≪puo nascere solo con una riflessione sincera sulla storia e con le scuse, e il
perdono, per cio che e stato fatto in passato. Non dobbiamo abbandonare la
speranza che la guerra e i conflitti armati possano essere evitati grazie al
dialogo e ai negoziati≫.
Per quasi settant’anni, dopo la seconda guerra
mondiale, ≪i cittadini giapponesi hanno rispettato e considerato con orgoglio
la Costituzione, in particolare il Preambolo, che fa appello alla pace nel
mondo e si impegna alla pace permanente, e l’articolo 9 che prevede la rinuncia
alla guerra.
Durante questi anni, mentre la societa
internazionale ha subito incessanti conflitti armati, il Giappone — afferma la
Conferenza episcopale — non ha provocato morti in guerra, sia tra i giapponesi
che tra gli stranieri≫. Pertanto, scrivono ancora i presuli, la decisione del
Governo, reinterpretando la Carta in modo da consentire l’esercizio di un
diritto all’autodifesa collettiva, appare arbitraria.
Secondo l’interpretazione costituzionale dei
governi precedenti, ≪l’esercizio di un diritto all’auto difesa ha permesso ai
sensi dell’articolo 9 una politica di sicurezza nazionale non aggressiva, in
tutti i casi, mentre l’esercizio di un diritto all’autodifesa collettiva, che
consente l’uso della forza anche quando il nostro Paese non e stato attaccato direttamente,
e escluso dalla Costituzione e quindi costituzionalmente inaccettabile≫. Secondo i vescovi, applicare
una tale politica e contro l’articolo 99 della Costituzione che recita: ≪L’imperatore
o il reggente, nonche i ministri di Stato, i membri della Dieta, i giudici, e
tutti gli altri pubblici ufficiali hanno l’obbligo di rispettare e difendere
questa Costituzione ≫.
La Commissione permanente parla di negazione
della Costituzione: ≪Consentire l’esercizio di un diritto all’autodifesa
collettiva significa togliere il freno su armamenti e uso della forza.
Significa anche che una decisione del Governo, al momento, puo esporre l’intera
cittadinanza e i membri delle forze di autodifesa alla minaccia dell’orrore della
guerra e al pericolo per la vita. Questo e assolutamente uno scandalo, che
seppellisce lo spirito del Preambolo e dell’articolo 9 della Costituzione≫.
Questo “ritornare sui propri passi” riguardo i principi della Costituzione di
pace ≪in questo momento ostacola l’allentamento delle tensioni in Asia
orientale, facendo si che il dialogo e la fiducia tra le nazioni siano fuori
della nostra portata≫.
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