pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 13 luglio 2013
12 de julio de 2013
Per il Gran rabbinato è l’ora delle scelte
In Israele in corso l’elezione delle due maggiori cariche religiose
Per
il Gran rabbinato è l’ora delle scelte
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GERUSALEMME, 12. È in
pieno svolgimento in questi giorni, per concludersi mercoledì 24 luglio, l’elab
orato processo per l’elezione dei due rabbini capo di Israele, uno sefardita, l’altro
askenazita. Un appuntamento importante perché alle due cariche religiose spetta
soprattutto di occuparsi di alcuni aspetti fondamentali della vita civile —
matrimoni, divorzi, funerali — servizi che formalmente dipendono dal ministero
dell’Interno, ma la cui responsabilità incombe sul Gran rabbinato. Il quale si
occupa anche del riconoscimento delle conversioni all’ebraismo, delle questioni
in materia di kasherut (le norme di vita
ebraica stabilite dalla tradizione e in particolare quelle riferite alla
preparazione degli alimenti e delle bevande), della gestione dei luoghi santi e
degli esami per i candidati ai posti di rabbino e di giudice rabbinico.
Le
procedure elettorali per questa istituzione creata nel 1921 sono fissate da una
legge del 1980. Sotto l’impero ottomano — riferisce Terrasanta. net — le
autorità civili riconoscevano una sola autorità religiosa ebraica, quella del
gran rabbino sefardita, conosciuto come il primate di Sion (Rishon
leTzion), ma sotto il mandato britannico la decisione di creare un rabbinato
per l’insieme delle comunità giudaiche di ogni origine venne presa dal rabbino capo
di Gerusalemme, Avraham Yitzhak Hacohen Kook, il principale pensatore del
sionismo religioso. Tuttavia, come ricorda il sito in rete, occorre specificare
che il Gran rabbinato d’Israele non ha competenza su tutte le questioni di
ordine religioso, soprattutto a partire dal 1948 con la creazione dello Stato
di Israele.
Spetta
infatti al ministero degli Affari religiosi la nomina dei responsabili religiosi
locali e l’erogazione di finanziamenti al rabbinato. Così come non dipende dal
rabbinato, ma dai ministeri della Giustizia e dell’Interno, la nomina dei
giudici rabbinici, anche se la legge obbliga a nominare rabbini che abbiano
ricevuto il diploma di giudice del rabbinato. Anche la “capp
ellania” m i l i t a re è indipendente. Così pure le comunità ultraortodosse
hanno i loro dirigenti spirituali, al pari dei movimenti liberali e riformati.
Tra
il 1921 e il 1980 i due rabbini capo d’Israele, una volta eletti, restavano in
carica a vita, ma la legge sul rabbinato ha stabilito che l’incarico abbia una
durata decennale. Per essere candidati bisogna avere compiuto i quaranta anni e
non aver superato i settanta, oltre che essere giudice rabbinico o rabbino capo
di una città. Non è prevista la possibilità di rielezione.
Il
corpo elettorale, insediato formalmente a fine giugno, è composto da
centocinquanta persone tra cui ottanta rabbini membri di diritto e settanta
delegati in rappresentanza dei cittadini. Tra i rabbini elettori vi sono i
rabbini capo delle principali città d’Israele, i dieci giudici rabbinici con
maggiore anzianità, il gran rabbino dell’esercito e il suo vice e altri dieci
rabbini scelti dal ministero degli Affari religiosi di concerto con il Governo.
Gli
altri settanta elettori includono venticinque sindaci delle maggiori città del
Paese, dieci presidenti dei consigli regionali e locali, diciotto presidenti
dei concistori ebraici delle località principali, due ministri scelti dal
Governo, cinque deputati eletti dal Parlamento e dieci personalità pubbliche
designate dal ministero dei Culti (che in questa occasione ha scelto anche due
donne, per la prima volta nella storia).
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