19 de julio de 2013
Giovani del Medio oriente in Brasile
Con il sostegno della fondazione di diritto pontificio «Aiuto alla Chiesa
che soffre»
Giovani
del Medio oriente in Brasile
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 20 luglio 2013
«In
tanti credono che non vi siano più cristiani in Egitto. Ma noi voleremo a Rio
per mostrare ai nostri fratelli e sorelle nella fede che la nostra Chiesa è
giovane e viva, nonostante abbia più di duemila anni ». Michael Dawud parteciperà alla prossima gmg insieme ad
altri cento ragazzi egiziani dai 18 ai 32 anni. Per quarantanove di loro non sarebbe
stato possibile realizzare questo sogno, senza il contributo straordinario
offerto da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Come in occasione delle passate
giornate mondiali della gioventù, anche quest’anno la fondazione pontificia ha sostenuto
le spese di viaggio di molti giovani appartenenti alle Chiese povere e
perseguitate di tutto il mondo — tra cui anche cento iracheni e numerosi
libanesi, giordani, israeliani e palestinesi — con una donazione di quasi
duecentoventimila euro.
Michael, 30 anni, è un esperto informatico di Fayyum,
città a circa 100 chilometri a sud del Cairo, ed è stato incaricato della
preparazione spirituale alla gmg dei ragazzi copto- cattolici. «Il tema
affidatoci dal Santo Padre, "Andate e fate discepoli tutti i
popoli!", è stato al centro di ogni nostra attività — racconta — e nei
giorni scorsi abbiamo ricevuto perfino la visita del nostro patriarca, Ibrahim
Isaac Sidrak, che ha benedetto la nostra partenza». Nonostante la gioia e l’entusiasmo,
Michael non nasconde la sua preoccupazione per il difficile momento vissuto
dall’Egitto. «Come cittadino e come cristiano voglio contribuire alla
ricostruzione del mio paese e sono certo che la mia fede, rafforzata dall’esperienza
della gmg, mi sarà di grande aiuto».
L’appuntamento più atteso è ovviamente quello con Papa
Francesco, al quale i giovani egiziani si sentono particolarmente vicini, «perché
proviene come noi da un paese in via di sviluppo». Non manca però un affettuoso
pensiero a Benedetto XVI «che amiamo profondamente — afferma Michael — e che
tanto ha fatto tanto per noi cristiani mediorientali».
La delegazione egiziana sarà accompagnata da suor
Josefina da Rocha, missionaria comboniana brasiliana che vive al Cairo ormai da
diversi anni. «Il viaggio ricaricherà le batterie spirituali dei giovani fedeli
del Medio Oriente — dichiara la religiosa — che conosceranno altri coetanei
provenienti dal mondo arabo e potranno condividere con loro l’esperienza di
essere una piccola minoranza circondata da un ambiente fortemente islamico ».
Per la missionaria le catechesi e le altre iniziative in lingua araba saranno
ottime occasioni d’i n c o n t ro per i ragazzi arabofoni, «che avranno grande
conforto dalla consapevolezza di non essere soli in Medio Oriente e dal sapere
che altri vivono le loro stesse difficoltà». Uno dei punti di ritrovo sarà la
Chiesa maronita di Rio de Janeiro. «La Chiesa copta e quella maronita hanno molto
in comune e sarà un p o’ come sentirsi a casa pur dall’altra parte del mondo».
Altrettanto significativa e doppiamente proficua sarà
la conoscenza dei giovani provenienti dal resto del mondo. «I nostri ragazzi
comprenderanno cosa vuol dire appartenere alla Chiesa universale — continua suor
Josefina — e al tempo stesso testimonieranno ai coetanei la loro esperienza di
fede vissuta nella culla del cristianesimo
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