5 de septiembre de 2012

Il discorso con cui Miguel de Unamuno censurò la dissoluzione della Compagnia di Gesù in Spagna nel 1931


Il discorso con cui Miguel de Unamuno censurò la dissoluzione della Compagnia di Gesù in Spagna nel 1931 

Rivoluzione e sotterfugi

di Vicente Cárcel Ortí
Miguel de Unamuno si distinse per i suoi frequenti paradossi e per le sue contraddizioni, ma i suoi precedenti politici, l'esilio che subì durante la dittatura del generale Primo de Rivera (1923-1929) e la sua antica fede repubblicana, professata per molti anni, gli consentivano di dire ciò che voleva senza essere accusato di essere nemico del regime. Per questo, in un discorso pronunciato il 28 novembre 1931 nell'Ateneo di Madrid, centro culturale del nuovo movimento politico spagnolo, Unamuno poté fare una durissima critica alla situazione politica spagnola.
A tale discorso dedicò ampio spazio il giornale di sinistra "El Sol", includendo i rimproveri che il filosofo rivolse al Governo repubblicano per le sue misure settarie contro i gesuiti e per le sue responsabilità negli incendi di chiese e conventi nel maggio 1931.
Queste furono le sue testuali parole: "Ora i politici dicono che si sta facendo la rivoluzione; ma si fa con atti veramente sconsiderati, come l'incendio di conventi, la dissoluzione della Compagnia di Gesù e la confisca dei suoi beni con il sotterfugio del quarto voto".
Il nunzio Tedeschini informò tempestivamente il cardinale Pacelli dell'intervento del filosofo e gli inviò un sunto del discorso pubblicato da "El Sol", aggiungendo questo breve ma significativo commento: "La manifestazione del Signor Unamuno a favore dei Gesuiti e contro le misure costituzionali e legislative non è rimasta isolata. I giornali infatti hanno recato la notizia che trovandosi il suddetto scrittore in un circolo di deputati dove si parlava di una interpellanza su un conflitto che ha col Governo di Spagna una compagnia americana che ha in Ispagna il monopolio dei servizi telefonici, notava: "Non si impressionino, che tutto quello che è stato detto si risolverà in nulla". Uno dei circostanti segnalò l'intervento della Banca Morgan nell'affare con tutto il suo potere finanziario; e il Signor Unamuno replicò: "Questo è il quarto voto, amici: solo, che invece di Roma, vi è dietro il Governo Yanqui e la questione cambia, sebbene i termini siano uguali". E poi con indignazione concluse: "Sì, [quanto accaduto] ai Gesuiti è stata l'iniquità più grande, il sopruso più brutale che si è potuto commettere". Purtroppo queste reazioni al dispotismo settario sono rare; ma la presente è per lo meno autorevole e potrà servire per aprire la via ad altre esplosioni della verità".


(©L'Osservatore Romano 6 settembre 2012)

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