12 de mayo de 2015
Nei tre segreti di Fátima C’è poco da scherzare
Nei tre segreti di
Fátima
C’è poco da
scherzare
di Angelo Amato*
L'Osservatore Romano, 8 maggio 2015, p. 5
Come
ripete spesso Papa Francesco, la Chiesa oggi è Chiesa di martiri, di quei
cristiani che, inermi, vengono quotidianamente uccisi solo per odio alla loro
incrollabile fede in Nostro Signore Gesù Cristo. Il messaggio di Fátima in modo
visionario evoca questo dramma, sollevando il velo sulle concrete vicende
storiche, dove, alla benevola Provvidenza di Dio si oppone la malefica volontà
di male da parte del nemico del bene, che, come osò tentare Gesù, così continua
ancora oggi a tentare la sua Chiesa santa, instillando nel cuore degli uomini
sentimenti di inimicizia e di morte.
Fátima,
con il suo famoso segreto, è senza dubbio la più profetica delle apparizioni
moderne, con le concrete allusioni a guerre, divisioni, tragedie. Il segreto si
compone di tre parti. Dico subito che non c’è un quarto segreto né ci sono
altri segreti nascosti. Le prime due parti furono scritte da suor Lucia, uno
dei tre veggenti, nel 1941 (con alcune aggiunte fatte nel 1951). Queste parti
sono state pubblicate e conosciute. La terza parte del segreto, scritta sempre
da suor Lucia, il 3 gennaio 1944, «per ordine del vescovo di Leiria e della
Santissima Madre», non fu pubblicata. Per volere di suor Lucia essa poteva
essere aperta solo dopo il 1960, perché allora si sarebbe potuto capire meglio.
Papa Giovanni Paolo II, dopo l’attentato del 13 maggio 1981, richiese e lesse
la terza parte del segreto.
Il 13
maggio del 2000 il pontefice, per bocca del cardinale Angelo Sodano,
manifestava la volontà di rendere pubblica la terza parte del segreto,
affidando il contenuto e una prima interpretazione alla Congregazione per la
Dottrina della Fede. In un commento, l’allora cardinale Joseph Ratzinger,
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava che Fátima
ci aiuta «a comprendere i segni del tempo e a trovare per essi la giusta
risposta nella fede». A proposito della visione del Papa che viene ucciso sulla
strada dei martiri, il cardinale Ratzinger si domanda: «Non doveva il Santo
Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981, si fece portare il testo
della terza parte del ‘segreto’, riconoscervi il suo proprio destino?». La mano
materna, che sviò la pallottola senza uccidere il Papa, sta a indicare che non
esiste un destino immutabile e che la potenza della fede e della preghiera può
influire nella storia: la preghiera è più forte dei proiettili.
Due
considerazioni sulla visione. Anzitutto il segreto di Fátima apre il sipario
sulla reale contrapposizione, sul piano dell’essere e dell’agire, tra Maria,
tuttasanta e cooperatrice efficace di Cristo, e il nemico del bene, il
serpente, il drago rosso, Satana, il diavolo, l’anticristo. Il compianto
Stefano De Fiores, in un suo scritto postumo sul mistero del male in relazione
a Maria, affermava: «C’è poco da scherzare: nel tempo favorevole agli idoli ocorre
vigilanza, sobrietà, fortezza e insieme ai primi cristiani combattere Satana in
tutte le forme in cui si manifesta». La seconda considerazione riguarda gli
appelli contenuti nel messaggio di Fátima. Suor Lucia ci aiuta offrendocene un
elenco. Ella, infatti, vede nella visione una pluralità di appelli, tutti
convergenti a operare il bene. C’è quindi l’appello alla fede, all’adorazione
di Dio, alla speranza, all’amore di Dio, al perdono, alla preghiera, al
sacrificio, alla partecipazione all’Eucaristia, all’intimità con Dio Trinità,
alla recita quotidiana del rosario, alla devozione al Cuore Immacolato di
Maria, alla meditazione sulla vita eterna, all’apostolato, alla perseveranza
nel bene, a smettere di offendere Dio, alla santificazione della famiglia, alla
perfezione della vita cristiana alla vita di piena consacrazione a Dio, alla
santità, a seguire il cammino del cielo. Scelgo due appelli, che sembrano di
attualità e che riguardano il perdono e la santità. «Il perdono — dice suor
Lucia — ci porta a chiedere a Dio il perdono per i nostri fratelli e anche per
noi». La veggente sa che il perdono richiede sacrificio c mortificazione
continua. Per questo esorta a far tacere il grido di ribellione dell’amor
proprio.
Il
secondo appello, valido soprattutto per i consacrati, riguarda la santità.
Nelle apparizioni mariane c’è sempre un appello alla penitenza, alla preghiera,
alla misericordia, e anche alla santità. Suor Lucia aggiunge che questo vale in
modo particolare per le persone consacrate che «devono innalzarsi ad un livello
più alto a causa della santità dello stato di vita che abbracciano. Con il
distacco dalle cose della terra, si sono poste in un grado di particolare
disponibilità per corrispondere all’azione della grazia di Dio in loro». La
visione di Fátima solleva il velo sull’inferno che esiste sulla terra, ma offre
anche la consolante profezia della patria celeste. Fátima è un messaggio di
paradiso.
*Cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei
Santi
Tra carisma e
profezia
«Quando
ero segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ho avuto il privilegio
di avere tra mano e di leggere i manoscritti onginali riguardanti i segreti di
Fátima e il loro messaggio. Li ho meditati a lungo perché gettano una luce di
fede e di speranza sui tristissimi eventi del secolo scorso e non solo». E la
premessa della prolusione, di cui pubblichiamo ampi stralci, con la quale il
cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha aperto oggi,
giovedì, all’Antonianum di Roma il convegno su «Il messaggio di Fátima tra
carisma e profezia». Sul sito del giornale (www.osservatoreromano.va) il testo
integrale.
Suscribirse a:
Enviar comentarios (Atom)
No hay comentarios:
Publicar un comentario