27 de mayo de 2015
Intervento del cardinale segretario di Stato Per un rinnovato impegno della Chiesa
Intervento del cardinale segretario di Stato
Per
un rinnovato impegno della Chiesa
giovedì 28 maggio 2015 L’OSSERVATORE ROMANO
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«Non
solo una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta dell’umanità». Il
cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha commentato così l’esito del
referendum che in Irlanda ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso
sesso. «Sono rimasto molto triste di questo risultato» ha detto, aggiungendo —
con riferimento alle dichiarazioni dell’arcivescovo di Dublino — che «la Chiesa
deve tener conto di questa realtà, ma deve farlo nel senso di rafforzare tutto
il suo impegno per evangelizzare anche la nostra cultura». Sull’argomento il
porporato è stato interpellato dai giornalisti martedì pomeriggio, 26 maggio,
in margine alla conferenza internazionale sul tema «Ripensare le
caratteristiche chiave della vita economica e sociale» promossa a Roma dalla
fondazione Centesimus annus pro Pontifice.
Rispondendo
a una domanda sul prossimo Sinodo dei vescovi, il cardinale Parolin ha ribadito
che «la famiglia rimane il centro, e dobbiamo veramente fare di tutto» per
difenderla, tutelarla e promuoverla «perché ogni futuro dell’umanità e della
Chiesa, anche di fronte a certi avvenimenti di questi giorni, dipende dalla
famiglia». E ha chiarito: «Non appoggiare la famiglia è come togliere la base
di quello che dovrebbe essere l’edificio del futuro».
Il
porporato ha anche fatto riferimento all’imminente pubblicazione dell’enciclica
di Francesco dedicata alla custodia del creato, ipotizzando che «il Papa
richiamerà i principi morali che sono alla base anche di un impegno nei
confronti dell’ambiente e che potranno essere condivisi da tutti». Quindi ha
proseguito affermando che «l’idea di sempre che la Chiesa propone e ripropone e
su cui tutte le encicliche sociali dei Papi hanno fortemente insistito, è la
centralità della persona umana. Questa è l’idea antropologica e morale: che al
centro della finanza, al centro del mercato di ogni sviluppo ci deve essere la
persona umana concreta». Del resto, ha chiarito, «tante volte noi astraiamo
troppo: quando si parla di centralità della persona umana pensiamo a un
concetto, invece è la persona umana concreta. Sono
milioni, miliardi di uomini che vivono in questo mondo e che devono essere
l’oggetto e il soggetto di uno sviluppo che permetta a tutti di vivere in
maniera degna e umana».
Quanto alla possibilità di introdurre la Tobin tax, una tassa sulle
transazioni finanziarie per aiutare i bisognosi, il cardinale Parolin ha
osservato che «si può discutere; è il tempo di mettere in atto tutti quegli
strumenti che sono stati individuati per aiutare i poveri a uscire dalla loro
situazione e farli diventare protagonisti del loro sviluppo».
Infine il porporato si è detto preoccupato per le difficoltà economiche
della Grecia: «Penso che sia una situazione che potrebbe portare a una certa
destabilizzazione, dunque ci auguriamo che al più presto si possa chiudere
l’accordo e si possa giungere a una soluzione».
Apertasi nel pomeriggio di lunedì 25 nell’aula nuova del Sinodo in
Vaticano, la conferenza sulla dottrina sociale della Chiesa e il mondo degli
affari ha affrontato in particolare due domande che riguardano tanto le
economie ricche quanto quelle indigenti: se sia possibile cioè una crescita che
non implichi necessariamente un consumo compulsivo e il futuro dell’occupazione
e l’economia “informale”.
Prima di partecipare mercoledì mattina, 27 maggio, all’udienza generale
in piazza San Pietro, i convegnisti avevano assistito durante la sessione di
martedì 26 al palazzo della Cancelleria alla cerimonia di conferimento del
premio internazionale «Economia e società», assegnato ad autori di tesi e
pubblicazioni sull’insegnamento sociale della Chiesa. Alla presenza, tra gli
altri, dei cardinali Reinhard Marx e Domenico Calcagno, presidenti
rispettivamente del Consiglio per l’economia e dell’Amministrazione del
patrimonio della Sede apostolica (Apsa), il segretario di Stato ha pronunciato
un intervento nel quale ha ricordato che «le attività finanziarie sono
realizzate con mezzi complessi e rischiano di far perdere la visione del bene
comune e della dignità umana». Citando l’Evangelii gaudium, nella quale il
Pontefice parla dell’attuale sistema economico al centro del quale c’è
“l’idolatria del denaro”, il porporato ha quindi messo in luce che il concetto
di “strutture di peccato” è stato «utilizzato dai Papi ed è entrato nella
dottrina sociale e dunque possiamo utilizzarlo per le nostre analisi. Nel
rapporto tra persona e struttura, la proposta cristiana insiste fortemente
sulla conversione personale come strada e cammino per giungere alla riforma
delle strutture. Se l’uomo è convinto della bontà di certe cose e della
cattiverie di certe altre, certamente lavorerà a livello sociale e si metterà
insieme ad altri, perché è importante non essere soli, ma essere insieme per
cambiare certe strutture che opprimono l’uomo e non lo liberano». E
poiché «le gravi distorsioni economiche pesano sulla salute del pianeta e
influenzano negativamente la vita e la società umana», il segretario di Stato
ha concluso rilanciando l’utilità «della dottrina sociale della Chiesa per
rispondere a tali disfunzioni».
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