14 de enero de 2015
Colloquio tra Netanyahu e Obama
Colloquio tra Netanyahu e Obama
mercoledì 14 gennaio 2015 L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 3
WASHINGTON,
13. Il presidente statunitense, Barack Obama, e il premier israeliano, Benjamin
Netanyahu, hanno avuto oggi un colloquio telefonico sulle maggiori crisi
internazionali. Due i principali punti discussi: lo stato attuale dei negoziati
sul dossier nucleare iraniano e le relazioni tra israeliani e palestinesi dopo
la richiesta di questi ultimi di aderire alla Corte penale internazionale
(Cpi). Lo rende noto la Casa Bianca, sottolineando come Obama abbia ribadito «l’impegno
duraturo degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele».
Per quanto riguarda il nucleare iraniano — si legge in
una nota ufficiale della Casa Bianca — «il presidente Obama e il primo ministro
israeliano si sono concentrati sul raggiungimento di un accordo globale con l’Iran
che impedisca a Teheran di dotarsi dell’arma nucleare» e consenta alla comunità
internazionale di avere «precise garanzie in tal senso»
.
Per quanto riguarda la richiesta palestinese di
accesso alla Cpi — si legge ancora nel comunicato della Casa Bianca — il
presidente Obama «ha ribadito la posizione degli Stati Uniti secondo cui l’Autorità
palestinese non costituisce ancora uno Stato e pertanto non ha i requisiti per
accedere allo Statuto di Roma», ovvero la Carta fondatrice della Corte. Obama,
continua la nota, «ha sottolineato che gli Stati Uniti non ritengono che l’accesso
dei palestinesi alla Cpi sia un costruttivo passo in avanti» verso la distensione
dei rapporti. Nei giorni scorsi, dopo che la richiesta di adesione palestinese
era stata accolta dalla Cpi, gli Stati Uniti avevano fatto sapere che avrebbero
riesaminato il pacchetto annuale di aiuti ai palestinesi da 440 milioni di
dollari.
Ciò nonostante Obama e Netanyahu hanno concordato
sulla necessità di rilanciare il processo di pace: i negoziati diretti tra i vertici
delle due parti sono ancora in stallo. Più volte nei mesi scorsi Washington ha
apertamente criticato i progetti edilizi israeliani in Cisgiordania,
sottolineando che la costruzione di nuovi insediamenti rappresenta una sfida
alla pace e un ostacolo alla realizzazione della soluzione — sostenuta anche dalle
Nazioni Unite — dei due Stati.
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