4 de septiembre de 2013
Arabi cristiani garanti dell’autentico islam
Summit ad Amman con l’intervento del re di
Giordania Abdullah II
Arabi
cristiani garanti dell’autentico islam
giovedi 5 settembre 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina
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AMMAN, 4. Guerre, attentati, profanazioni, emigrazioni: questi i temi trattati, sullo
sfondo del conflitto siriano, dal summit internazionale sulla condizione dei
cristiani in Medio Oriente svoltosi ad Amman, in Giordania, il 3 e 4 settembre. Voluto da sua maesta Abdullah II, re di
Giordania, l’incontro, dal titolo: ≪The Challenges of Arab Christians≫ (≪La
sfida degli arabi cristiani ≫) e stato un’occasione per le Chiese in Medio
Oriente per tentare di farsi ascoltare sulla scena internazionale in un momento
in cui e grande il timore che possa deflagrare un conflitto di dimensione
regionale, se non piu vasto.
Al summit internazionale hanno preso parte una
settantina di patriarchi, delegati patriarcali, vescovi, sacerdoti ed altri
responsabili religiosi, i quali hanno dato il loro contributo alle differenti
sessioni di studio dedicate, in modo particolare, ai recenti sviluppi della
situazione in Egitto, Siria, Iraq, Libano, Giordania e Gerusalemme. Erano
presenti il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso, il nunzio apostolico in Giordania e in Iraq, arcivescovo
Giorgio Lingua, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal, il Patriarca
ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, il Patriarca armeno ortodosso
Nourhanne Manougian, il Patriarca greco- ortodosso di Antiochia, Yohanna X al-Yazigi,
residente a Damasco e fratello del metropolita d’Alepp o, Boulos al-Yazigi,
rapito lo scorso aprile da sequestratori rimasti finora sconosciuti, assieme al
metropolita siro-ortodosso d’Aleppo, Gregorios Yohanna Ibrahim.
≪La protezione dei diritti dei cristiani nei
conflitti di matrice religiosa che dilaniano il Medio Oriente — ha dichiarato
il re di Giordania — non e una questione di cortesia, ma un dovere, anche
perche i cristiani arabi hanno esercitato un ruolo chiave nella costruzione
delle societa arabe e nella difesa delle giuste ragioni della nostra nazione≫.
Il monarca hascemita nel suo discorso ha sottolineato la necessita di una alleanza
tra cristiani e musulmani per affrontare e sconfiggere insieme le derive
settarie che alimentano i conflitti in tutta la regione, presentate come un
corpo estraneo rispetto alle ≪nostre tradizioni e all’eredita umanitaria e
culturale. Cristiani e musulmani — ha detto — devono coordinare gli sforzi e la
piena cooperazione accordandosi su un “codice di condotta unificante”, perche proprio
l’isolamento tra i seguaci delle diverse religioni puo minare l’edificio
sociale≫. In questa prospettiva, Abdullah II — che rivendica la
propria discendenza dalla famiglia del profeta Mohammad — ha ribadito il suo
impegno a collaborare “con ogni sforzo” alla custodia dell’identita araba
cristiana. ≪Gli arabi cristiani
— ha spiegato il re — sono in grado di comprendere piu di ogni altro l’islam e
i suoi veri valori e per questo possono difendere l’islam dai pregiudizi
diffusi da chi ignora l’essenza di questa fede, che predica tolleranza e
moderazione e rigetta l’estremismo e l’isolazionismo≫.
Tra i possibili terreni di collaborazione tra
cristiani e musulmani, re Abdullah II ha riproposto anche la comune difesa
della fisionomia plurale della Citta Santa: ≪Noi tutti — ha sottolineato —
abbiamo il dovere di difendere l’identita araba di Gerusalemme e proteggere i
suoi luoghi santi islamici e cristiani≫.
Il summit di Amman era stato gia menzionato il
29 agosto scorso nell’incontro in Vaticano tra Papa Francesco e re Abdullah II.
In quell’occasione e stato riaffermato che la via del dialogo e della
negoziazione fra tutti i componenti della societa siriana, con il sostegno
della comunita internazionale, e l’unica opzione per porre fine al conflitto e alle
violenze che ogni giorno causano la perdita di tante vite umane, soprattutto
fra la popolazione inerme. Anche nel presentare il summit gli organizzatori
hanno scritto che ≪il Medio Oriente e il luogo di nascita del cristianesimo, ma
i recenti sconvolgimenti hanno portato le comunita cristiane a confrontarsi con
sfide difficili nella regione≫. Di conseguenza la conferenza ha avuto l’obiettivo
di riunire i capi di tutte le Chiese cristiane del Medio Oriente, ≪per dare
loro una voce che verra ascoltata sulla scena mondiale. Solo identificando
chiaramente, discutendo e documentando queste sfide — hanno spiegato gli
organizzatori — si possono trovare soluzioni ad esse che potranno, a Dio
piacendo, garantire la sicurezza stabile e la prosperita del cristianesimo
mediorientale come parte indelebile ed essenziale del ricco mosaico del Medio Oriente≫.
Il Patriarca Twal,
durante il suo intervento, si e interrogato sulla legittimita e sui rischi di
un eventuale attacco militare in Siria. Per il cardinale Bechara Boutros Rai, Patriarca di Antiochia dei
Maroniti, alcuni Paesi tendono a fomentare i conflitti nella regione. ≪Stiamo
vedendo — ha sottolineato — la distruzione totale di cio che i cristiani hanno
potuto costruire nel corso di 1400 anni di coabitazione con i musulmani≫. Il
nunzio apostolico Lingua ha fatto notare che i cristiani si aspettano molto
≪non solo da parte delle autorita religiose, ma anche da quelle politiche. Il
rombo dei cannoni della vicina Siria non fara sentire gli iracheni piu
tranquilli e ottimisti per il futuro≫. A proposito dell’Iraq, anche il
Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako, aveva affermato qualche
giorno fa che l’intervento militare in Siria e ≪un’operazione volta a far
esplodere un vulcano con ricadute sull’Iraq, sul Libano e sui territori
palestinesi. E forse qualcuno vuole precisamente questo≫. L’opposizione ad
Assad — ha concluso il Patriarca — e divisa, i vari gruppi si combattono tra
loro, c’e un moltiplicarsi di milizie jihadiste. Che fine fara quel Paese, dopo?≫.
Intanto, le Chiese in Medio Oriente si sentono sostenute e confortate dall’appello
di Papa Francesco che ha indetto per sabato prossimo una giornata di digiuno e
preghiera. L’appello ha fatto breccia nei cuori a tutti i
livelli, nei vescovi e nei semplici fedeli. Le comunita cristiane in Siria, in Medio
Oriente e nella diaspora hanno accolto con speranza l’iniziativa del Santo
Padre e si preparano a unirsi al digiuno e alla preghiera.
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