6 de abril de 2017
Fatima e la Russia
Un giorno, l’Immacolata regnerà sul Cremlino e dal Cremlino sul mondo intero
(san Massimiliano Maria Kolbe).
In viaggio tra il Giappone e la Polonia, negli anni ’30, padre Kolbe attraversò l’Unione Sovietica sulla Transiberiana. Facendo tappa a Mosca, avrebbe pronunciato queste parole profetiche sulla Piazza Rossa, secondo le testimonianze raccolte dal servita Pierre Caillon (cf. La consécration de la Russie aux très Saints Cœurs de Jésus et de Marie, Paris 1983, 16-17). L’ardente apostolo dell’Immacolata non poteva certo conoscere il “Segreto” di Fatima, le cui prime due parti sarebbero state rivelate da suor Lucia, per ordine del Vescovo di Leiria, soltanto nel 1941. Questa predizione, perciò, può essere di aiuto per comprendere come mai la Madonna abbia chiesto la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato: proprio quell’immenso Paese, evidentemente, ha un ruolo speciale nei disegni di Dio per gli ultimi tempi.
Nell’apparizione del 13 luglio 1917 ai tre pastorelli (che ne ignoravano finanche l’esistenza e sul momento credettero che il nome indicasse una donna) la Vergine aveva legato all’adempimento delle Sue richieste la promessa della pace e la conversione della Russia, che altrimenti avrebbe sparso nel mondo i suoi errori. Com’è noto, la rivoluzione bolscevica non era ancora avvenuta, anche se il socialismo serpeggiava da decenni nel Paese, contagiando soprattutto intellettuali e studenti. Non c’è bisogno di ricordare le tragiche conseguenze della mancata risposta agli appelli di Fatima, ma forse non si sono colti fino in fondo i profondi e devastanti effetti a lungo termine del secondo conflitto mondiale e dei regimi comunisti. In società radicalmente destrutturate dalla guerra più sanguinosa e distruttrice della storia, i germi dell’ideologia marxista, malgrado la sua intrinseca perversità e inconsistenza, hanno attecchito con una facilità sorprendente anche senza essere imposti con la violenza, contaminando perfino il clero cattolico ed esplodendo poi nella rivoluzione culturale e sociale del 1968.
Il principio secondo cui le idee prevalgono sulla realtà, che deve essere perciò modificata in base ad esse, ha ormai attaccato anche ciò che di più evidente e naturale ci sia, cioè l’identità dell’uomo e della donna. Ciò che anche a un veterocomunista avrebbe fatto orrore è oggi il cavallo di battaglia dei suoi figli e nipoti, quei sessantottini che hanno occupato i gangli vitali del potere, incistandosi in modo definitivo soprattutto nella magistratura, nelle università e nell’informazione. La propaganda pestifera che da decenni diffondono a tappeto, congiunta ai sistematici abusi di una giurisprudenza “interpretativa”, ha gradualmente condotto le società occidentali ad accettare l’inaccettabile, se non a caldeggiarlo, con tanto di benedizione clericale. Gli stessi obiettivi, evidentemente, sono stati perseguiti con studiata metodicità sia all’interno dello Stato che della Chiesa: la convergenza di intenti è ormai così scoperta che non si può non pensare ad un’unica mente pianificatrice.
In questo quadro si comprende facilmente come mai, nella stessa Chiesa Cattolica, il messaggio di Fatima, quando non si è potuto ignorarlo, sia stato tanto osteggiato, la sua realizzazione sabotata, i suoi diffusori ostracizzati. La prima a subire gli effetti di tale opposizione fu proprio suor Lucia, che nel 1988 fu obbligata dalla Segreteria di Stato vaticana (rappresentata in quel momento, guarda caso, da due massoni filosovietici matricolati, il cardinal Casaroli e il futuro cardinal Silvestrini) a non rilasciare più dichiarazioni, non comparire più in pubblico e non ricevere nessuno, se non i cardinali e chi fosse a ciò autorizzato dalla Santa Sede. Nello stesso tempo le veniva ingiunto di firmare delle lettere in cui affermava che la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato aveva soddisfatto alle richieste di Nostra Signora e di non importunare più in futuro il Santo Padre a questo proposito.
È a tutti evidente, in realtà, che le condizioni poste dalla Madonna, specificate nell’apparizione avvenuta a Tuy il 13 giugno 1929, non sono state adempiute: la Russia non è mai stata nominata nei ripetuti atti consacratorii (eccetto che nella Lettera apostolica Sacro vergente anno di Pio XII, del 7 luglio 1952), né mai sono stati coinvolti tutti i vescovi del mondo. Lo stesso Giovanni Paolo II, che dopo l’attentato del 1981 prese molto più sul serio le rivelazioni di Fatima, fu sempre restio a nominare esplicitamente la Russia, nonostante i reiterati e pressanti appelli di suor Lucia, del cardinal Wyszyński e di numerosissime personalità, per non parlare della petizione americana che raccolse milioni di firme. Egli stesso ammise implicitamente questa inadempienza introducendo a braccio, nel testo della preghiera pronunciata il 25 marzo 1984 sul sagrato di San Pietro, davanti alla statua della Capelinha, le seguenti parole: «Illumina specialmente i popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento».
Sarebbe troppo lungo ripercorrere nei dettagli quelle che sono state chiamate le quattro campagne di occultamento. Basti ricordare che nel 1931 Gesù apparve a suor Lucia per comunicarle un enigmatico quanto inquietante messaggio: «Fa’ sapere ai miei ministri, dato che seguono l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia richiesta, che lo seguiranno nella sciagura». Queste parole indicano innanzitutto che le richieste della Madonna rispecchiano il volere del Figlio, cosa che le rende ancora più obbliganti. Esse vanno spiegate in riferimento alla volontà manifestata dal Sacro Cuore a santa Margherita Maria Alacoque che la Francia Gli fosse consacrata. A questo scopo ella fece pervenire a Luigi XIV una lettera datata 17 giugno 1689. Il rifiuto del re mostrò tutte le sue conseguenze a un secolo esatto di distanza: il 17 giugno 1789 il Terzo Stato, a Parigi, si costituiva in Assemblea Nazionale, dando così inizio alla madre di tutte le rivoluzioni. Il re Luigi XVI, deposto e imprigionato nel 1792, sarà ghigliottinato l’anno successivo. Per la prima volta nella storia un popolo rigettava il legittimo ordine costituito (che in quel caso aveva comunque bisogno di riforme) per elaborarne uno a suo piacimento, mettendo così l’uomo al posto di Dio. Dopo la diffusione capillare della massoneria su scala europea, resa possibile dalle campagne napoleoniche, e le conseguenti rivoluzioni “liberali”, la rivoluzione bolscevica non sarà altro che l’apice, quanto mai sanguinoso, di questo processo sovversivo.
Oggi, superato il piano politico, economico e sociale, sono arrivati a toccare l’ordine naturale. Che cosa ci aspetta, dunque? Non proviamo certo gusto a recitar la parte dei “catastrofisti”, ma non possiamo fare a meno di registrare la visione descritta da suor Lucia nel suo diario il 3 gennaio 1944: «E sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii – la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’asse terrestre e questa sussulta: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, traboccano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso. L’odio e l’ambizione provocano la guerra distruttrice! Nel palpito accelerato del cuore e nel mio spirito udii risuonare una voce soave che diceva: “Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, santa, cattolica, apostolica. Nell’eternità, il Cielo!”» (Carmelo di Coimbra, Un cammino sotto lo sguardo di Maria. Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, Roma 2014, 290-291). [vedi]
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