20 de junio de 2013
Continua in Brasile la protesta venerdì 21 giugno 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3
Dimostranti durante le proteste in una delle principali strade del
centro di Brasilia (Reuters)
Malgrado la revoca dei rincari del trasporto
pubblico
Continua in Brasile la
protesta
venerdì 21 giugno 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3
BRASILIA, 20. Le
autorità di Rio de Janeiro e di San Paolo hanno annullato l’aumento del prezzo dei
biglietti dei trasporti pubblici dopo le massicce proteste in tutto il Paese,
le più partecipate degli ultimi vent’anni e sfociate in alcuni casi in scontri
di piazza. La decisione è comunicata ieri in contemporanea dal sindaco di San
Paolo, Fernando Haddad, e da quello di Rio de Janeiro, Eduardo Paes. Tuttavia, la tensione resta alta in
molte parti del Paese, con nuovi scontri registrati in
diverse località.
Altre dodici città avevano preannunciato a loro volta
il probabile ritiro del provvedimento, dopo che il presidente brasilano, Dilma
Rousseff, aveva invitato ad ascoltare le voci della piazza. Due settimane di
proteste, per la maggior parte pacifiche, ma alcune funestate da violenti
scontri con la polizia militare e da atti di teppismo e saccheggi, sembrano
dunque aver avuto la meglio sulle amministrazioni locali. Haddad, che è un
esponente del partito dei lavoratori, lo stesso di Rousseff, ha tenuto una
conferenza stampa congiunta con il governatore dello Stato di San Paolo,
Geraldo Alckmin, dell’opposizione, che in questi giorni è stato considerato sia
il principale bersaglio delle proteste sia l’ispiratore di alcuni interventi
repressivi della polizia militare. Alckmin si è limitato a dire che la
cancellazione degli aumenti rappresenta un grosso sacrificio per le casse
statali, dopo le spese sostenute per l’organizzazione di grandi eventi sportivi
(la Confederation Cup di calcio già in corso, i mondiali sempre di calcio dell’anno
prossimo e le Olimpiadi del 2016).
Il presidente Rousseff ha ricordato che il suo Governo
«è attento alle richieste di cambiamento ed è impegnato nel sociale». Secondo
la leader brasiliana, «la grandezza della manifestazioni dimostra l’energia
della nostra democrazia; la forza della voce della strada è il senso civico del
nostro popolo».
Il messaggio
presidenziale sembra aver colto nel segno e aver permesso la fine di un braccio
di ferro che rischiava di degenerare in violenze sempre più diffuse. Ancora
ieri sera attorno allo stadio di Fortaleza, dove la nazionale di calcio
brasiliana affrontava quella del Messico nell’ambito appunto della
Confederation Cup, ci sono stati disordini che hanno provocato diversi feriti.
La polizia militare ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per
disperdere i circa trentamila dimostranti che si erano dati appuntamento sulle strade
di accesso allo stadio. Le autorità locali avevano avvertito che avrebbero
schierato la polizia militare e non avrebbero consentito ai manifestanti
di creare
ostacoli allo svolgimento della partita. Tra le centinaia di migliaia di
persone che hanno partecipato alla protesta in tutto il Brasile, i mezzi di
comunicazione registrano soddisfazione per la cancellazione dei rincari sul
trasporto pubblico. Diversi osservatori, comunque, prevedono che le
manifestazioni non si esauriranno completamente. Con il passare dei giorni,
infatti, Allá protesta per l’aumento del costo dei biglietti se ne sono
aggiunte altre, a partire proprio da quella per gli investimenti milionari per
eventi sportivi. Manifestazioni come quella di ieri sera a Forteleza sono già
annunciate per oggi a Rio de Janeiro, dove è in calendario l’incontro tra Le squadre
di calcio di Spagna e Tahiti.
Con le ragioni
dei manifestanti si sono schierati anche i giocatori della nazionale
brasiliana, dopo lo scalpore suscitato da Joseph Blatter, il presidente della
federazione mondiale di calcio, che aveva non solo minimizzato la protesta, ma
anche detto che «il calcio è più importante dell’inso ddisfazione delle
persone».
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