11 de julio de 2008

Dagli Stati Uniti un messaggio all'Iran «Pronti a difendere i nostri alleati»

















L'Osservatore Romano - 11 luglio 2008

Dichiarazione di Condoleezza Rice mentre Teheran compie altri esperimenti missilistici


Dagli Stati Uniti un messaggio all'Iran «Pronti a difendere i nostri alleati»



Washington, 10. Gli Stati Uniti difenderanno gli alleati da possibili attacchi iraniani. Il preciso messaggio al Governo della Repubblica islamica è stato inviato oggi dal segretario di Stato americano, Condoleezza Rice. Nel corso di una conferenza stampa a Tbilisi, in Georgia, dove si trova da ieri sera in visita ufficiale, il capo della diplomazia statunitense ha precisato di tenere nella massima considerazione l'impegno degli Stati Uniti ad aiutare gli alleati a difendersi. "E nessuno dovrebbe dubitarne", ha aggiunto Rice. La situazione nella regione rimane molto tesa, soprattutto dopo che i Guardiani della rivoluzione hanno testato, ieri e oggi, diversi missili a medio e lungo raggio, tra i quali una versione aggiornata dello "Shahab-3", un razzo con una gittata di duemila chilometri in grado di raggiungere Israele, la flotta statunitense e le installazioni petrolifere dei Paesi del Golfo. Molti Paesi, soprattutto occidentali, temono che questi vettori possano essere impiegati per trasportare ordigni atomici. Fiore all'occhiello dell'arsenale missilistico della Repubblica islamica è, appunto, lo "Shahab-3". Il razzo è stato sperimentato per la prima volta nel 1998. L'ultima versione testata ieri, secondo l'agenzia di stampa iraniana Fars, può trasportare bombe a grappolo e colpire simultaneamente diversi obiettivi. Gli Stati Uniti hanno comunque ridimensionato quanto accaduto, ritenendo che i progressi nucleari dell'Iran siano stati "modesti" anche grazie alle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. Lo ha confermato a Washington il sottosegretario di Stato, William Burns, prima di riferire alla commissione Affari esteri della Camera dei Rappresentanti. Gli Stati Uniti hanno comunque fatto sapere all'Iran che se intende continuare su questa strada il costo per Teheran "sarà molto alto". Burns ha precisato che l'amministrazione Bush "non ha esaurito" tutti i suoi sforzi diplomatici con le autorità della Repubblica islamica per convincerle a rinunciare al programma nucleare. "Vediamo l'uso della forza come una opzione sul tavolo, ma come ultima risorsa", ha detto. Rispondendo alla domanda di alcuni giornalisti se Iran e Stati Uniti siano ora più vicini a uno scontro, il segretario alla Difesa, Robert Gates, ha detto: ""No, penso di no". Il segretario ha sottolineato che il Governo degli Stati Uniti intende continuare a privilegiare un approccio diplomatico e la via delle sanzioni economiche affinché l'Esecutivo dell'Iran cambi la sua politica nucleare. È stato frattanto confermato che l'alto rappresentante della Politica estera e di Sicurezza dell'Unione europea, Javier Solana, avrà un colloquio con i negoziatori iraniani sul controverso dossier nucleare di Teheran, ma non sono ancora stati decisi "né la data né il luogo" dell'incontro. Lo ha precisato il portavoce di Solana a Bruxelles, facendo riferimento alla notizia diffusa dall'agenzia iraniana Fars, secondo la quale il diplomatico si recherà a Teheran il 19 luglio per nuovi colloqui. Dal Giappone, a margine del vertice dei capi di Stato e di Governo del g8, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, (presidente di turno della Ue) aveva annunciato che l'alto rappresentante della Politica estera e di Sicurezza dell'Unione europea si sarebbe recato al più presto in Iran per valutare l'evoluzione delle posizioni iraniane sul programma nucleare di Teheran, soprattutto per quanto riguarda l'arricchimento dell'uranio. Qualche giorno fa, l'Iran ha risposto all'offerta (non è stato pubblicato il contenuto). Al tempo stesso gli occidentali si erano impegnati a studiare la proposta precedentemente fatta all'Iran e che ancora oggi è rimasta senza risposta. L'ultima missione diplomatica di Solana a Teheran risale al 14 giugno scorso, quando aveva presentato a nome del cosiddetto gruppo dei "5+1" (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, più la Germania) un nuovo pacchetto di incentivi all'Iran per avviare negoziati, ma chiedendo in cambio l'immediata sospensione di tutte le attività concernenti l'arricchimento dell'uranio.
(©L'Osservatore Romano - 11 luglio 2008)