5 de noviembre de 2013

Nove milioni di siriani hanno bisogno di soccorso

L’OSSERVATORE ROMANO
Anno CLIII n. 254 (46.498)                                  Citta del Vaticano                                   mercoledi 6 novembre 2013

Le Nazioni Unite cercano di definire le prospettive della conferenza internazionale di pace
Nove milioni di siriani
hanno bisogno di soccorso


GINEVRA, 5. Mentre l’Onu e il Governo di Damasco concordano nel calcolare in oltre nove milioni i siriani bisognosi di aiuto, l’inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba, Lakhdar Brahimi, cerca di definire con i rappresentanti di Russia e Stati Uniti le prospettive della conferenza internazionale di pace, la cosiddetta Ginevra 2. Nel frattempo, le violenze in Siria non si fermano. Questa mattina, tra l’altro, un razzo ha colpito la sede della nunziatura apostolica a Damasco, causando per fortuna solo danni materiali.

Della Siria ha di nuovo discusso ieri il Consiglio di sicurezza dell’Onu che ha ascoltato un rapporto di Valerie Amos, responsabile dell’Ocha, l’ufficio per il coordinamento degli interventi umanitari. Amos ha detto che i cittadini siriani costretti ad abbandonare le proprie case sono aumentati vertiginosamente nell’ultimo periodo, arrivando a sei milioni e mezzo, tra rifugiati all’estero e sfollati interni, mentre le persone che hanno bisogno indispensabile di aiuti umanitari sono ben oltre nove milioni. Sempre ieri, il ministro per gli Affari sociali e capo del comitato interministeriale per i soccorsi, Kinda Al Shammat, ha parlato di due milioni e mezzo di rifugiati all’estero e di 5,7 milioni di sfollati interni. Shammat ha fatto appello, in particolare, all’Unione europea affinche rimuova le sanzioni. ≪I fondi necessari per dare assistenza ai profughi interni sono enormi — ha dichiarato — ma a causa delle sanzioni non possiamo ricevere un euro in aiuti finanziari, nemmeno dai nostri emigrati≫. Le cifre fatte da Amos e da Shammat sono divergenti solo nella definizione tecnica di chi viene considerato sfollato interno. Anche secondo Amos, infatti, 9,3 milioni di persone, il 30 per cento dell’intera popolazione siriana, hanno bisogno di aiuti umanitari.

Nelle stesse ore, il vice ministro degli Esteri siriano, Faysal Miqdad, ha assicurato l’impegno di Damasco per le vaccinazioni dei bambini contro la poliomielite, dopo che nei giorni scorsi l’Organizzazione mondiale della Sanita ha confermato un’epidemia in atto. E sempre ieri, Simon Schorno, capo della comunicazione del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) in Siria, in dichiarazioni rilasciate all’agenzia Ansa, ha detto che la salute e usata come arma da guerra da parte di tutti i belligeranti nel conflitto, con minacce e attacchi al personale sanitario. Schorno ha ricordato, tra l’altro, i tre operatori del Cicr rapiti il mese scorso nella provincia di Idlib e ancora nelle mani dei loro sequestratori.

A Ginevra, intanto, Brahimi incontra oggi i vice ministri degli Esteri russi, Mikhail Bogdanov e Gennady Gatilov, e il vice segretario di Stato americano, Wendy Sherman, accompagnata dall’ambasciatore Robert Ford, ritirato da Damasco per motivi di sicurezza. Brahimi riferira agli interlocutori i risultati della recente missione aperta in Egitto, condotta in diverse capitali dell’area mediorientale, e conclusa a Damasco. Gatilov ha detto che si discuteranno tutte le questioni relative a Ginevra 2, che si vuole tentare di far partire il 23 novembre, compreso l’asp etto nodale della partecipazione dell’opposizione siriana. Come noto, il Governo del presidente Bashar Al Assad ha confermato a Brahimi l’adesione alla conferenza senza porre limiti o condizioni. Tuttavia, dopo recenti dichiarazioni dei responsabili di alcune diplomazie, soprattutto di Stati Uniti e Arabia Saudita, anche la posizione di Damasco sembra essersi irrigidita. Incerta resta comunque la presenza dell’opposizione, in particolare della Coalizione nazionale siriana, che non ha ancora fatto sapere se partecipera e che pone come pregiudiziale l’uscita di scena di Assad, una richiesta irricevibile dal Governo. ≪Non andremo a Ginevra per rinunciare al potere≫, ha ribadito ieri il ministro siriano dell’Informazione, Omran Al Zohbi, riferendosi a dichiarazioni del suo omologo saudita, Saud Al Faysal. Nel fine settimana avevano inoltre suscitato polemiche le affermazioni del segretario di Stato americano, John Kerry, secondo il quale un mutamento di Governo a Damasco resta comunque un obiettivo degli Stati Uniti.

I colloqui di oggi tra Onu, Russia e Stati Uniti saranno poi allargati ai rappresentanti degli altri tre Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Cina, Francia e Gran Bretagna, mentre Gatilov e Bogdanov vedranno anche rappresentanti dell’opposizione siriana.


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