13 de febrero de 2014
Per educare all’amicizia le nuove generazioni
Il Pontefice all’American Jewish Committee
Per
educare all’amicizia
le nuove
generazioni
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO venerdi 14 febbraio 2014
Rispetto e stima reciproca spingono cristiani ed ebrei ad agire insieme
per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Lo ha detto Papa Francesco a una delegazione dell’American
Jewish Committee, guidata dal presidente Stanley Bergman, durante l’udienza di giovedì
mattina, 13 febbraio, nella Sala del Concistoro.
Cari amici,
vi do il benvenuto! La vostra organizzazione, che ha avuto
diversi incontri in passato con i miei Predecessori, mantiene buoni rapporti
con la Santa Sede e con molti esponenti del mondo cattolico. Vi sono molto grato
per avere fornito nel corso degli anni un qualificato contributo al dialogo e
alla fraternita tra ebrei e cristiani, e vi incoraggio a continuare su questa
strada.
L’anno prossimo
commemoreremo il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II, che ancora oggi
costituisce per la Chiesa il punto di riferimento imprescindibile per i
rapporti con i nostri “fratelli
maggiori”. A partire da quel
Documento si e sviluppata con rinnovato vigore la riflessione sul patrimonio spirituale
che ci unisce e costituisce il fondamento del nostro dialogo. Questo fondamento
e teologico, e non semplicemente espressione del nostro desiderio di rispetto e
stima reciproci, pertanto e importante che il nostro dialogo sia sempre
profondamente segnato dalla consapevolezza della nostra relazione con Dio.
Accanto al dialogo,
e importante anche rilevare come ebrei e cristiani possano agire insieme per la
costruzione di un mondo piu giusto e fraterno.
E a questo
riguardo mi preme ricordare in modo particolare il comune servizio a favore dei
poveri, degli emarginati, dei sofferenti. Questo nostro impegno e ancorato a cio che
le Scritture rivelano a proposito della protezione del povero, della vedova,
dell’orfano, dello
straniero (cfr. Es 20, 20-22). E un
compito affidatoci da Dio, che rispecchia la sua santa volonta e la sua
giustizia, un autentico dovere religioso.
Infine, affinche i
nostri sforzi non risultino vani, e importante impegnarci a trasmettere alle
nuove generazioni il patrimonio di conoscenza reciproca, di stima e di amicizia
costruito in questi anni grazie anche all’impegno di associazioni come la vostra.
Auspico pertanto che il tema delle relazioni con l’ebraismo rimanga vivo nei seminari e nei
centri di formazione dei laici cattolici, cosi come confido che anche presso le
comunita ebraiche e i giovani rabbini si accresca l’interesse per la conoscenza del
cristianesimo.
Cari amici, tra
qualche mese avro la gioia di recarmi a Gerusalemme, la dove — dice il Salmo — tutti noi siamo
nati (cfr. Sal 87, 5) e dove tutti
i popoli un giorno convergeranno (cfr. Is 25, 6-10). Accompagnatemi, per favore, con la vostra preghiera, affinche
questo pellegrinaggio porti frutti di comunione, di speranza e di pace. Shalom!
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