segno e strumento di speranza
Il cardinale Rouco Varela si è detto preoccupato per la crisi profonda che sta interessando, con maggiore o minore intensità, tutte le società europee. Una crisi che ha molteplici manifestazioni e che ha tra le prime vittime i bambini e i giovani, che "crescono e si educano in un ambiente fatto di rotture e di separazioni tra i genitori, sfiduciati e sconcertati, senza conoscere una limpida e autentica esperienza di amore gratuito: di essere cioè amati per come sono e di poter corrispondere, allo stesso modo, amando senza calcoli egoistici quelli che hanno dato loro la vita, i genitori, e quelli con cui la condividono con intima vicinanza, i fratelli". Le relazioni sociali si fanno fredde e distanti - c'è, coscientemente o incoscientemente, un indurimento di fronte al dolore e alle necessità fisiche e spirituali dei propri vicini e concittadini - mentre "la società invecchia e la crisi demografica, inarrestabile, minaccia e mette in pericolo il futuro dei nostri ambiti vitali e il benessere economico e sociale".
Nell'omelia della messa - concelebrata assieme a cinquanta presuli spagnoli ed europei e cominciata dopo l'ascolto del messaggio che Benedetto XVI ha rivolto alle numerosissime famiglie presenti - l'arcivescovo di Madrid ha fatto appello alle famiglie cristiane in Spagna e in Europa: "Ci troviamo di fronte a una sfida storica formidabile: essere segni e strumenti imprescindibili della speranza per l'Europa in uno dei suoi momenti più complessi e drammatici. Non bisogna avere paura - ha sottolineato Rouco Varela - di affrontare la responsabilità storica di vivere il matrimonio e la famiglia cristianamente con la forza della fede e con la fiducia riposta nella grazia e nell'amore di Gesù Cristo". L'esempio da seguire è la santa famiglia di Nazareth, la cui "vicinanza spirituale non vi deluderà mai". Ma è nella preghiera e nella comunione fraterna dell'amore di tutta la Chiesa e dei suoi pastori che si incontra la grande famiglia dei figli di Dio. "La Chiesa ha bisogno di voi - ha concluso il cardinale - per poter essere evangelizzata e per evangelizzare. Ha bisogno di voi come sempre, e oggi con nuova, seria, improcrastinabile urgenza".
(©L'Osservatore Romano - 5 gennaio 2011)