28 de marzo de 2013

Un attacco di spam senza precedenti blocca i siti internet Guerra mondiale a colpi di bit


Un attacco di spam senza precedenti blocca i siti internet

Guerra mondiale a colpi di bit

pagina 2 L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 29 marzo 2013

LONDRA, 28. È stato il più grande attacco a internet di tutti i tempi, un’offensiva senza precedenti. A scatenarlo, ieri, sarebbe stato Cyberbunker, un server olandese che dalla sua sede (in un bunker fatto costruire nel 1955 dalla Nato) fornisce ospitalità a siti di tutti tipi. In poche ore tutta la rete ha subito forti rallentamenti, in ogni parte del mondo. «Se dovesse continuare, l’operazione potrebbe causare problemi per milioni di utenti sui servizi internet di base, come la posta elettronica o l’online banking» affermano gli esperti citati dal «New York Times». Secondo le ricostruzioni prevalenti, tutto avrebbe avuto inizio quando la società Spamhaus, il cui obiettivo è quello di aiutare i provider a filtrare gli spam (i messaggi indesiderati, generalmente commerciali), ha deciso di monitorare da vicino l’attività di Cyberbunker, affermando che quest’ultima darebbe ospitalità a siti non chiari. Cyberbunker avrebbe allora deciso di rispondere, attaccando Spamhaus con una strategia molto precisa: la reazione a catena. Cyberbunker avrebbe cominciato a inondare i server di Spamhaus con migliaia di risposte a richieste false, risposte che si moltiplicavano a loro volta. Il flusso di dati creato ha raggiunto il picco di trecento miliardi di bit al secondo: il sistema è stato portato all’e s t re m o .

Per lanciare l’assalto informatico Cyberbunker avrebbe trovato anche il sostegno di “bande criminali” in Russia e in Europa orientale, dove vivono — secondo gli esperti — alcuni degli hacker più abili e potenti al mondo. L’attacco ha raggiunto proporzioni tali da mettere a repentaglio anche i siti istituzionali di banche e Governi. «Abbiamo avuto picchi di 300 gigabit al secondo», ammette Steve Linford, amministratore delegato di Spamhaus, «quando nel caso di attacchi normali eravamo sui 50 gigabit al secondo; ma ora è diverso, se nel mirino finisse Downing Street, un flusso del genere potrebbe tagliarla completamente fuori dalla rete». Per arginare la valanga di bit, Spamhaus ha avuto il sostegno di giganti del web come Google, che ha messo a disposizione le proprie risorse per «assorbire tutto il traffico ». Ci vorranno giorni, tuttavia, prima che le condizioni di internet tornino alla normalità.

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