6 de enero de 2013

L’abisso americano che fa tremare il mondo


Obama convoca i leader del Congresso sul fiscal cliff

L’abisso americano che fa tremare il mondo

pagina 1 - L’OSSERVATORE ROMANO - sabato 29 dicembre 2012


Il Parlamento a Washington (Reuters

WASHINGTON, 28. La Casa Bianca cerca in extremis un accordo per evitare il fiscal cliff. Il presidente Obama ha convocato oggi alla Casa Bianca i leader repubblicani e democratici del Congresso. Il summit, cui parteciperà anche il vicepresidente Joe Biden, arriva a quattro giorni dalla scadenza del fiscal cliff, l’insieme di tagli e aumenti di tasse per seicento miliardi di dollari che entrerà in vigore automaticamente il primo gennaio. Nel frattempo ieri la Camera americana, a maggioranza repubblicana, è stata convocata in sessione straordinaria il 30 dicembre per mettere ai voti l’eventuale intesa alla Casa Bianca. I deputati potrebbero restare “in sessione” anche ininterrottamente fino al 2 gennaio, data di scadenza dell’attuale Congresso, pur di votare in tempo il testo dell’eventuale a c c o rd o.

Il fiscal cliff è “l’abisso fiscale” in cui l’America rischia di cadere se entro il prossimo 31 dicembre Casa Bianca e Congresso non troveranno un accordo sulla riduzione del deficit e sulle tasse. Il nodo principale da sciogliere resta quello dell’aumento del carico fiscale per i più ricchi, fortemente voluto dal presidente Obama e altrettanto fortemente osteggiato dai repubblicani. Senza un’intesa, dal prossimo 2 gennaio scatterà un aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica. Ciò comporterebbe un’impennata del due per cento delle aliquote sui redditi dei lavoratori, con un salasso fiscale pari a circa duemila dollari l’anno per una famiglia media. Il vantaggio è che la spesa pubblica — dicono gli analisti — risulterebbe invece tagliata di circa 1.200 miliardi di dollari in dieci anni, la metà a spese dei servizi pubblici.

L’aumento del carico fiscale porterebbe inevitabilmente verso una nuova recessione dell’economia statunitense, annichilendo i segnali di ripresa degli ultimi mesi. Per questo i mercati mondiali restano con il fiato sospeso, lo sguardo rivolto verso Capitol Hill. Si calcola infatti che il fiscal cliff porterebbe a un crollo del tre per cento del pil nazionale. Senza contare le ripercussioni finanziarie, con le agenzie di rating pronte a tagliare la loro valutazione. Proprio come avvenne nell’estate 2011, quando in assenza di un accordo sul tetto del debito Strandard&Po or’s tolse agli Stati Uniti per la prima volta nella storia la prestigiosa tripla A
.
Quella del debito pubblico è l’altra partita importante su cui si gioca il futuro degli Stati Uniti. Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha comunicato al Congresso che lunedì prossimo sarà superato il tetto di 16.400 miliardi di dollari fissato nell’accordo del luglio 2011. Anche in questo caso lo spettro che si aggira è quello del default. Contro una simile eventualità l’Amministrazione Obama, che ha sospeso temporaneamente l’emissione di titoli statali, sta già lavorando per misure d’e m e rg e n z a definite “s t r a o rd i n a r i e ”.

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