12 de marzo de 2014

L’arcivescovo Ricardo Blázquez Pérez eletto presidente della conferenza episcopale

L’arcivescovo Ricardo Blázquez Pérez eletto presidente della conferenza episcopale
I segni di speranza
della Chiesa in Spagna

pagina 6   L’OSSERVATORE ROMANO   giovedì 13 marzo 2014


MADRID, 12. È Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid, il nuovo presidente della Conferenza episcopale spagnola. A eleggerlo è stata l’assemblea plenaria dei vescovi, riunita da martedì a Madrid. Vicepresidente è stato eletto l’arcivescovo di Valencia, Carlos Osoro Sierra. L’arcivescovo Blázquez Pérez assume l’incarico di presidenza per la seconda volta: era già stato chiamato a capo dell’organismo episcopale dal 2005 al 2008, anno in cui ha poi assunto la carica di vicepresidente.

Parlando con alcuni giornalisti a margine dell’assemblea, il presidente neo-eletto ha voluto ricordare il recente incontro con Papa Francesco, nella visita ad limina dei vescovi spagnoli: «Ci ha fatto un’impressione straordinaria. È stato un incontro indimenticabile — ha detto il presule — come quello di un fratello maggiore con i fratelli minori.

Il Papa ha la grazia di abbattere le barriere invisibili che talvolta possono sorgere tra noi. Vorrei sottolineare un aspetto di Papa Francesco: l’amabilità. Dimostra la dimensione umana del Vangelo che si manifesta, in particolare, nelle situazioni di difficoltà dell’uomo. È il Papa che ci ha dato il Signore; anche come persona è un regalo di Dio alla Chiesa.

La Conferenza episcopale è totalmente in affettuosa comunione con lui». La cosa più importante della missione della Chiesa, ha poi continuato l’arcivescovo, è «trasmettere la fede, alla nostra generazione, a quelle che verranno, e a quelli che lasciano questa vita. Bisogna fare in modo che ci sia sempre trasmissione della fede. L’evangelizzazione è l’essenza, la missione della Chiesa e da essa deriva la luce per la società, per il rispetto della vita in tutte le sue fasi».

L’arcivescovo Blázquez Pérez succede nell’incarico al cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, che martedì ha aperto la sessione di lavoro con un intervento nel quale ha tracciato un quadro dei principali temi sui quali i vescovi spagnoli sono chiamati a confrontarsi nel prossimo futuro e sui «segnali di speranza» che pure si possono cogliere nei tormentati tempi attuali. Fra questi, il maturare di una nuova generazione di sacerdoti e di laici, nei movimenti ecclesiali e nella vita consacrata, disponibili a essere testimoni e a evangelizzare con umiltà e senza complessi; famiglie e giovani cristiani impegnati apostolicamente con la loro vocazione; una fede che mantiene le proprie radici profonde nella coscienza popolare, alimentata dalla pietà e dall’esercizio della carità verso i bisognosi, in Spagna come nei Paesi più poveri. Questi, secondo il cardinale, sono i «molti segni di speranza» della Chiesa. «Si è fatto tanto ma molto di più resta da fare », ha detto ieri il porporato rivolgendosi ai partecipanti all’assemblea.

La Conferenza episcopale, «come auspica anche il Papa, deve migliorare la sua organizzazione interna e l’efficienza del servizio che presta e che è chiamata a prestare», ha spiegato il porporato chiedendosi se «è conveniente rinnovare ancora una volta gli Statuti, nella linea di una maggiore partecipazione di tutti i suoi membri». Ma il compito più grande è quello della missione, della nuova evangelizzazione, al quale «ci invita con tanta convinzione e capacità di mobilitazione Papa Francesco.

Come farlo nella Spagna di oggi? Il Papa — rivela Rouco Varela — ci ha dato preziosi suggerimenti il 3 marzo nel suo discorso in occasione della nostra visita ad limina».


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