29 de julio de 2013

Via libera ai negoziati israelo-palestinesi

Il G0verno Netanyahu approva la liberazione dei detenuti chiesta da Abu Mazen

Via libera ai negoziati israelo-palestinesi

lunedì-martedì 29-30 luglio 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, a sinistra, con il segretario di Stato americano John Kerry (Reuters

TEL AVIV, 29. Via libera ai negoziati e alla liberazione dei detenuti palestinesi:  con questa decisione il Governo Netanyahu ha aperto la strada al rilancio del dialogo diretto tra israeliani e palestinesi dopo anni di stallo. La decisione s’inserisce nel quadro della nuova iniziativa lanciata dall’Amministrazione statunitense per raggiungere al più presto una soluzione dello storico contenzioso.
Dopo un dibattito durato sei ore, in cui spaccature e tensioni si sono manifestate con forza nella coalizione di Governo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ottenuto con 13 voti a favore, sette contrari e due astensioni il sì all’iniziativa del segretario di Stato americano, John Kerry, alle nuove trattative. Il primo appuntamento, preliminare e tecnico, è in programma domani a Washington.
Con il voto del Governo, Netanyahu ha incassato due vittorie importanti. In primo luogo, l’assenso alla liberazione di 104 palestinesi detenuti in Israele da oltre vent’anni — da prima cioè degli accordi di Oslo — per aver partecipato a fatti di sangue. In secondo luogo, l’impegno a far approvare alla Knesset una legge che consenta di sottoporre a referendum qualsiasi accordo venga raggiunto con i palestinesi. In questo modo, secondo gli analisti, Netanyahu si garantisce per i prossimi mesi la tenuta della coalizione governativa,
malgrado la fronda di diversi partiti nazionalisti.
Di fronte a questi sviluppi la prima reazione dei dirigenti palestinesi è stata positiva. «Un passo avanti verso la pace» ha commentato il negoziatore
palestinese Saeb Erekat. «Speriamo di riuscire a sfruttare questa circostanza».
La mattinata era iniziata con toni tempestosi e con picchetti di protesta sulla collinetta antistante la sede del Governo a Gerusalemme. I parenti di israeliani uccisi negli anni Ottanta protestavano contro l’imminente decisione di rimettere in liberta i detenuti palestinesi. La seduta di Governo si è aperta con forte ritardo.
Come aveva già fatto ieri in una lettera aperta alla Nazione, Netanyahu ha ribadito che la liberazione dei palestinesi gli provoca forti sofferenze. Eppure gli interessi della Nazione — ha spiegato il leader del Likud — devono avere la precedenza. Un sostegno decisivo all’azione di Netanyahu è giunto dalla negoziatrice israeliana Tzipi Livni che, a quanto risulta, ha fatto ai ministri un
discorso molto importante.
La liberazione dei 104 palestinesi richiesti da Abu Mazen dunque avrà luogo, ma in quattro scaglioni: il primo fra una decina di giorni, l’ultimo fra otto mesi circa. Un ministro ha spiegato che, se nel frattempo i palestinesi compiranno «provocazioni», come ad esempio iniziative diplomatiche unilaterali, le liberazioni dei detenuti verranno fermate.
Inoltre, la spinosa questione della liberazione di arabi cittadini di Israele sarà rinviata fino all’ultimo, quando sarà più chiaro il progetto di pace da seguire.
Eppure, malgrado tutte le difficoltà all’orizzonte, domani a Washington Erekat, Livni e il consigliere di Netanyahu Yitzhak Molcho prenderanno in mano l’agenda dei negoziati e ne discuteranno le modalità. In seguito, se tutto andrà per il verso giusto, le trattative israelo-palestinesi potranno finalmente decollare, dopo aver languito per circa quattro anni.



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